Visualizzazione post con etichetta mina. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta mina. Mostra tutti i post

venerdì 26 marzo 2010

Disco Week End: Mina - Dalla Bussola

Concludiamo la settimana in omaggio a Mina, regalandoci (nonostante sia lei la festeggiata) l'ascolto di un suo album.

Scegliere tra l'immensa discografia di Mina non è semplice. Per un motivo o per un altro erano innumerevoli i dischi che sarebbero potuti essere candidati a disco week end. Ragion per cui, ho deciso di giocare con gli anni. Riprendendo la macchina del tempo che ci è servita per imbastire un racconto che ci ha portato agli esordi canori dell'artista, attorno alla fine degli anni '50, ci siamo catapultati nel 1972.

In quell'anno, oltre alla nascita del sottoscritto, si è tenuto un concerto storico in un locale
altrettanto storico come La Bussola. E proprio da quel live fu pubblicato il disco che presentiamo oggi Dalla Bussola. Uscito inizialmente in coppia con Altro, erano venduti in coppia e racchiusi in una busta bianca con scritto in rilievo il nome di Mina e il titolo 1+1.

Il disco aperto e chiuso dalla sigla The Groove Merchant, contiene Fly me to the moon, E penso a te, Fiume Azzurro, Io vivrò senza te, You've made me so very happy, Laia ladaia (reza) e Someday (you wanto me to want you).

Nel disco, purtroppo, non c'è il medley di grandi brani di Mina, presente però nella versione video di questo concerto. Quindi rinnovando gli auguri per il compleanno di ieri di Mina, vi lascio proprio con il medley tratto dalla Bussola del '72, invitandovi a riprendere in mano un po' tutta la discografia di Mina, dai primi album fino alle ultime produzioni discografiche, per assaporare pienamente questa grande e unica artista musicale.


giovedì 25 marzo 2010

Figurati... noialtri - Parte terza


Leggi la seconda parte


Nemmeno il tempo di concludere la mano a tresette, che fa l’entrata alla trattoria dalla Marisa tutto euforico Caio. “Ra… ra… ra… ragazzi siete pronti? La… la… la… la Mina ci aspetta”. Tra un misto di stupore ed eccitazione prende parola Giovanni, il mio compagno di gioco. “Caio se è una stupidata e ci fai interrompere la partita per niente, questa volta mi arrabbio seriamente”.

“Gia… Gia… Gia… Gianni, va accendere la tua Morini, che Toni, il butta… butta… butta… buttafuori del Dancing Sirenella, ci aspetta alle 23 pre… pre… pre… precise davanti alla porta di servizio. Non un minuto in più. Chi… chi… chi… chi sarà con me per quell’ora entrerà a… a… a… a vedere l’esibizione de… de… de… della Mina”.

E’ vero che Caio esagera, però stavolta ha assunto un tono deciso. Detto questo ci guardiamo in faccia e dopo decidiamo di credere alle parole di Caio, anche perché se non fosse vero, non potrebbe presentarsi in circolazione per un bel po’ di tempo.

Siamo in sei con due moto. Gianni fa salire Caio. Io sulla mia Capriolo, l’apprendista dentista Carlo, mentre Mario il meccanico e Ciano il salumiere, prendono in prestito un paio di biciclette appoggiate al tre piedi con la lista del menu della Marisa presente all’entrata della trattoria. Tanto i chilometri da fare sono pochi e poi ben attaccati alle nostre braccia li tireremo per gran parte del percorso.

Partiamo e intanto la nebbia si abbassa ancor di più, ma quella non è un problema, è talmente una costante che spostarsi d’inverno senza di lei sembrerebbe innaturale.

_ _ _

Non ci posso credere. Siamo qui di fronte a lei. La sua voce è ancor più bella di quella sentita in radio. La sua presenza scenica è catalizzante. E c’è ancora qualcuno che osa dire che non durerà più di due e tre anni. Finché c’è musica lei esisterà. Caio che è un sempre ben informato mi dice che addirittura andrà a Sanremo il prossimo anno. Cencio dovrà ampliare la stanza del bar dove ha messo questo apparecchio se sarà vero.

Che naturalezza. Che semplicità. Sembra che non abbia nessuna difficoltà nel fare certi acuti. Se esistono dei doni divini, credo proprio che questa Mina quello della voce l’abbia ricevuto. E’ da più di un’ora che ci sta regalando emozioni.

Ecco una pausa. E ora che sta facendo… sta andando verso quel tipo che sta parlando con Caio. Non ci posso credere ha dato la mano a Caio. Ma guarda un po’ questo disgraziato. No, stanno venendo verso di noi.

Ragazzi la signora… Mina, prima di riprendere il concerto, voleva salutarvi ed è così gentile che si presta a fare una foto con… noi”, dice Caio dimenticando il suo problema vocale e scandendo inesorabilmente ogni singola sillaba.

No, questa storia un giorno la dovrò raccontare ai miei figli. Io con la mia cantante preferita.

Fermi un attimo… un sorriso e… fatta! Ecco immortalata anche questa serata”.

Ecco ora ringraziamo la signora Mina e lasciamola risalire sul palco, per deliziarci ancora un po’ con la sua splendida voce” – dice il tipo che prima parlava con Caio e che ora, so essere il manager della cantante.

“Caio dimmi che è tutto vero e che non è un sogno. Che ore sono, che giorno è?”

Tornando vistosamente a balbettare mi dice: “Vi… Vi… Vi… Vittorio, è mezzanotte e me… me… me… mezza. E’ sabato, anzi è già do… do… do.. domenica. Domenica 2 febbraio 1959 e tra po… po… po… poche ore… si sposa il figlio del far… far… far… farmacista”.


Nella foto una giovane Mina ad inizio carriera ed il primo a sinistra è... mio padre :)

mercoledì 24 marzo 2010

Figurati... noialtri - Parte seconda

Vai alla prima parte

Guarda qua è mezzogiorno e tutti quelli che contano in questo paese sono qui in piazza. Il sindaco davanti al negozio della Iole che parla con il “traffichino” del mediatore di Giovanni. Don Luigi in bicicletta che è appena stato, vista la pedalata lenta, a portare l’estrema unzione a qualcuno e davanti al bar di Cencio, il geometra Merlin proprio con il farmacista. Speriamo che non mi veda altrimenti inizia a farmi l’interrogatorio sull’abito del figlio. Certo che quella volta che mio padre mi ha chiesto di scegliere se fare il sarto o il barbiere, vista la mia poca inclinazione ai lavori della campagna, potevo scegliere il barbiere.

Prendiamo Piero, con la sua piccola bottega non ha nessuna preoccupazione. Gli basta la pazienza di ascoltare le conversazioni dei suoi vari clienti e dopo basta. Un taglio di capelli, una barba, quattro parole e ha fatto giornata. E dopo è anche sempre informato su tutti gli ultimi sviluppi. La settimana scorsa è stato il primo a dare la notizia che Marietto aveva le corna, dopo che era passato in negozio da lui quel foresto che mentre aspettava il suo turno, non è riuscito a trattenere il suo entusiasmo per la notte di passione trascorsa con la Carla. Che disastro dopo cinque minuti che era uscito dal negozio, tutti sapevano dell’accaduto. Tutti, tranne naturalmente il Marietto, che ancora va in giro a testa alta a consegnare la posta in paese.


“Cencio un cinzanino con l’oliva che dopo devo tornare subito al lavoro!”

“Al lavoro Vittorio… non sapevo che nel tuo dizionario esistesse questa parola”

“Sì sì prendi pure in giro, vedrai come ti confeziono la prossima camicia che mi chiedi”.

_ _ _

Ore 20 in punto et voilà, l’abito è terminato. Ancora una volta la premiata ditta Vittorio e Bepi è riuscita nella sua missione e devo dire che è veramente ben fatto. Peccato che lo metterà solo una volta. Un abito così meriterebbe qualche apparizione in più.

Bene e ora che abbia pure inizio la serata. La Mina ci aspetta... forse.

Domani la terza ed ultima parte del racconto

martedì 23 marzo 2010

Figurati... noialtri - Parte prima

Leggi il prologo


Anche stavolta ho fatto l’alba. Speriamo di non incontrare la zia che va alla prima messa del mattino. Farei fatica trovare una scusa.

D’altronde non è mica colpa mia se le ore della notte volano. Dicono che sono tutte di sessanta minuti, ma io mantengo i miei forti dubbi. Quel giorno che i grandi scienziati scopriranno che non è così, io potrò dire che già lo sapevo.

Certo che quando Caio ha detto facciamo due chiacchiere ed erano già le tre, dovevo capire che saremmo andati per le lunghe. Non solo perché Caio, quando ci sono queste giornate di nebbia tartaglia ancor di più, ma perché lui è nato per raccontare storie. Nonostante le sue pause, le sue lettere che stentano ad uscire, riesce a catalizzare tutti noi. Eravamo in sette ad ascoltarlo nel retrobottega del bar da Cencio, che ormai aveva tirato giù le serrande da un paio d’ore. Tutti lì come dei bambini che ascoltano le favole prima di andare a letto, o forse meglio dire come dei cretini, visto che tra un’ora mia madre mi ricorderà che devo alzarmi per lavorare.

Però quando si è messo a parlare di questa Mina, promettendoci che stasera non solo ci porterà a sentirla, ma pure ce la presenterà, ha esagerato come al suo solito. Con i soldi che abbiamo in tasca al massimo facciamo una colletta per fare entrare uno di noi al ballo. E poi figurati se la Mina rivolge lo sguardo a noialtri.

Vabbé intanto vediamo di coricarci almeno un’ora, alla Mina ci penseremo stasera.

_ _ _

Non riesco a mettere a fuoco le misure. E’ la terza volta che sistemo il metro per vedere se la lunghezza della gamba destra è uguale a quella della sinistra, ma questo mi scivola via e poi mi si chiudono continuamente gli occhi. Devo andare a bere un altro caffé anche se vista l’ora sarebbe più adatto un cinzanino.

“Bepi se passa il figlio del farmacista per il vestito del matrimonio, digli che ripassi verso sera, che almeno guadagniamo un altro po’ di tempo” – Per fortuna posso contare su Giuseppe, che a differenza mia, arriva puntuale in sartoria e poi con la sua precisione e pignoleria riesce a tirarmi fuori dalle situazioni difficili come questa. E’ che mi manca il senso dell’organizzazione. A chi mi chiede un abito faccio fatica a dirgli di no, però dopo mi ritrovo a fare le corse per delle consegne inderogabili. Chi glielo dice al farmacista che l’abito del figlio non è pronto per la cerimonia di domani? Meglio che prenda veramente un cinzanino, il caffé potrebbe agitarmi troppo.


Continua domani