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martedì 11 gennaio 2011

Ciaspole e pensieri

Mentre un piede affonda nella neve, un altro è pronto a risollevarsi. Passo dopo passo. In un movimento perpetuo che ti fa avanzare per un bianco sentiero.


La fatica non trova sfogo. La catarsi dell'anima ha la meglio. La mente si svuota da quotidiani ingombri. Il respiro si fa più profondo nel tentativo di inspirare ogni singolo attimo. Le ciaspole sono le uniche fidate compagne. Per il resto è un viaggio in solitario.


Il silenzio circostante amplifica il rumore della nostra singola presenza. E' la prova della nostra esistenza. La dimostrazione della nostra unicità. Nella quiete più assoluta, il fragore di sentirsi vivi.


Si avanza di qualche metro. Le essenziali insegne del percorso lo attestano. Anche il sole che filtra dalle cime degli alberi fa cambiare inclinazione alle ombre. Sono trascorsi quaranta, cinquanta minuti. Ma non è l'orologio a scandire il tempo qui. E' il battito del cuore a dare il ritmo alla giornata.


Lo sguardo è fisso in avanti. Come a cercare risposte a tanti nostri interrogativi. Da un momento all'altro sembra arrivare l'incontro. Per una volta le indicazioni non cadono dal cielo. Ma è solo una sensazione. Più si va avanti più si ha la certezza che il vero incontro è con se stessi.


Intanto la ricerca continua. Dietro di noi le impronte del nostro cammino. Davanti, la bellezza di un futuro da scoprire.

mercoledì 16 giugno 2010

A 23 anni sulla cima del mondo: Tamara Lunger - Parte seconda

Tamara Lunger nel suo habitat naturale: la montagna

Vai alla prima parte


ILBETTA: “Com’era composta la spedizione e come sei stata accolta nel gruppo?”

Tamara: “Il gruppo era composto da Simone Moro, Denis Urubko e Aldo Garioni. Mi sentivo molto bene. Mi hanno ammesso in maniera molto amichevole, perché all’inizio ero nel gruppo dei russi, ma dopo aver fatto il trekking con loro mi hanno preso nel loro gruppo, con mia gioia, perché li conoscevo già, mentre dei russi non conoscevo nessuno.


ILBETTA: “Questa tua avventura è nata quasi per caso. Un giorno hai conosciuto il grande talento bergamasco dell’alpinismo Simone Moro e vi lasciate con una frase che poteva rimanere solo una frase di circostanza “… un giorno di porterò in Nepal…”, invece la promessa è stata mantenuta. Mi racconti un po’ di questo incontro e cosa ha rappresentato per te?”

Tamara: “Ho conosciuto Simone al mio ballo di maturità, sua moglie era la mia professoressa di ginnastica della scuola media. Lei mi conosceva e sapeva che sono una che vuole dare sempre il massimo e sapeva anche, che la montagna è molto importante per me. Con lei sono andata ad arrampicare per la prima volta. Io ero contentissima di questa stima e speravo di poter andare prima o poi con lui. Ma sapevo che sarei andata in spedizione solo dopo averlo conosciuto bene, non mi piacciono le spedizioni commerciali”.


ILBETTA: “Credi che farete altre spedizioni insieme?”

Tamara: “Chissà? Con Simone ho fatto già una spedizione l`anno scorso e… vedremo.


ILBETTA: “Tu hai sempre amato la montagna. Per un ragazzino che ama fin da piccolo il calcio ci sono degli idoli, degli atleti ai quali vorrebbe assomigliare. Nel tuo caso, c’è stato qualche alpinista al quale ti sei ispirata o comunque che ti è stato da esempio?”

Tamara: “Gerlinde Kaltenbrunner, Ines Papert e Simone Moro. Gerlinde è veramente una donna speciale, lei arrampica sempre con stile alpino, fa vie nuove, vie difficili e splende come il sole, veramente un personaggio che mi piace tanto, anche di carattere.


ILBETTA: “Sei stata anche campionessa di scialpinismo, però se non sbaglio le prime gare non disputate, ma alle quali hai solo assistito erano quello di tuo papà in rampichino. E’ vera questa cosa?”

Tamara: “Sì è vero. Ero sempre lì con tanto entusiasmo e con tutta la mia famiglia. E cosi è nata anche la mia passione per lo sport. Anche mio papà è un mio idolo, quest`anno ha vinto di nuovo la Sellaronda (gara di ski alpinismo in coppia con Guido Giacomelli) e negli ultimi anni era sempre uno dei primi nella coppa del mondo di ski alpinismo. Ho imparato tante cose da lui, sia tecnicamente sia mentalmente. È molto forte e sono molto orgogliosa di lui.


Domani la terza ed ultima parte dell'intervista

lunedì 14 giugno 2010

Intervista ad alta quota

Il fascino della montagna è indiscutibile. Quelle vette che s'innalzano verso il cielo raggiungendolo e oltrepassando le nuvole, sono uno spettacolo che non ha eguali.

Poi la possibilità di vivere pienamente la montagna, passeggiando, camminando per i sentieri, ha qualcosa di mistico. E' quasi un ritorno alle origini primordiali dell'uomo, è entrare in una dimensione che sicuramente ha ben poco a che vedere con la frenesia delle città.

Camminare in montagna è una ricerca di se stessi. E' fatica e gioia. E' passo dopo passo, il tentativo, forse, di raggiungere un Dio.

Bene questa montagna, sarà la scenografia naturale che ospiterà il nostro ospite di questa settimana. La lei che andremo a conoscere nei prossimi giorni vive in montagna. Vive per la montagna. La lei con la quale chiacchiereremo è una sognatrice, che non ha paura della fatica e che è pervasa da una inebriante energia vitale.
La lei della quale parliamo si chiama Tamara Lunger... ed è la più giovane alpinista donna ad aver scalato il Lhotse.

Preparatevi da domani si sale. La quarta cima più alta del mondo ci aspetta.