Un nuovo anno scolastico è appena iniziato. Problematiche vecchie e nuove sono presenti all’appello. Tra riforme, agitazioni sindacali e malfunzionamenti oggettivi, si continua a discutere. Intanto il tempo trascorre e la scuola che dovrebbe rappresentare le fondamenta per una ripresa umana ed economica, perde sempre più valore. Cultura alla base di un Paese civile. Cultura alla base di un Paese moderno. Cultura per innovare. Cultura per rispettare. Ma questi appaiono solo concetti altisonanti per una politica di mediocre visione.
Dicono che abbiano già rovinato l’Università. Delle scuole superiori non ne parliamo. Delle medie inferiori è già stato detto. La scuola elementare sembra la prossima vittima sacrificale. Ma in tutto questo scenario apocalittico ci sarà pur qualcosa da salvare. Ci sarà un punto zero da dove ricominciare. Eccoci allora a verificare con mano la scuola per l'infanzia. Lo facciamo con l’ausilio di due insegnanti. Sentiremo le loro esperienze. Cercheremo di capire se il seme dal quale far germogliare una nuova scuola, si celi forse proprio sul gradino più basso dell’apprendimento scolastico.
Una volta lo chiamavano asilo. Ora potremmo chiamarla pre-elementare. Questo per il grado di preparazione del corpo insegnante. Questo per gli stimoli trasmessi ai giovani bambini.