La carovana del Giro d'Italia riparte. Sarà un'edizione speciale, visto che festeggia i suoi centoanni.
Quando sento parlare di Giro d'Italia subito affiorano in me i ricordi legati alla passione che aveva mio padre per questo evento sportivo, il quale non mancava ogni anno di seguirne le gesta sia alla televisione, sia on the road, organizzando le uscite con gli amici per le tappe dolomitiche più impegnative.
Poi c'è la mia passione per le due ruote. E qui la mente corre subito alle avventurose e splendide uscite in MTB, organizzate con due cari amici: lo Zingaro e il Franz. Entroterra del Lago di Garda, il Baldo, la Lessinia, il Lago di Ledro o il Pasubio, solo per citarne alcune. Al solo pensiero mi cadono le gocce di sudore della fatica e allo stesso tempo inizio a sorridere per quanto ci siamo divertiti.
Il ciclismo che sia di strada o meno ha un vasto seguito. E' uno sport transgenerazionale. E' una disciplina durissima, ma che dà delle grandi soddisfazioni in chi lo pratica.
Poi purtroppo c'è il penoso risvolto negativo del doping che ha e sta tutt'ora macchiando irrimediabilmente tutto questo universo.
La frequenza di questi casi è spaventosa. Nell'opinione pubblica, ormai, si sta formando la convinzione che sia l'eccezione chi non fa uso di sostanze dopanti a livello professionistico o semi-professionistico.
Ma vale veramente la pena fare tutto e imbrattare di fango una linda Maglia Rosa?
1 commenti:
allora tutti a Lido!!!! p.s. io quella bici la conosco... by Adè
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