mercoledì 2 febbraio 2011

Vita da cassiera

Sono affascinato da certe professioni. I motivi sono i più disparati. In questo caso forse perché la vedo una cosa, apparentemente, molto lontana da me.


Mentre in fila aspettavo il mio turno, non riuscivo a distogliere gli occhi dai movimenti che compiva la cassiera. Un ripetuto passaggio di prodotti scandito da un terrificante bip. L'atto del pagamento rappresentava la pausa prima della sistematica ripresa. Le poche parole esternate prendevano la forma di "ha la tessera?", "sono ... euro" e un "vuole i bollini?". Poi silenzio.


Tutto questo avveniva nel totale distacco. Nella più completa estraniazione. Era come se quello che stesse facendo fosse animato solo dalla sua parte fisica, mentre i pensieri erano chissà a quante miglia di distanza.


Non voglio parlare di lavoro alienante. Certo che però siamo un po' agli antipodi, rispetto alla direzione di una società iperconnessa e che fa della comunicazione la sua punta di diamante. E' un po' tornare indietro all'era industriale e al lavoro a catena delle fabbriche.


Poi però ho voluto interpretare in maniera diversa questo naturale isolamento. Mi è venuto in mente il caso letterario di un paio d'anni fa. Una cassiera della grande distribuzione francese che ha raccolto prima in un blog, poi in un libro diventato bestseller, tutti i pensieri e gli aneddoti della sua vita da cassiera.


Ecco da oggi voglio proprio immaginarmele così le cassiere. In quel loro silenzio e distacco, c'è tutta l'attenzione nel "registrare" ciò che accade attorno a loro. Prendono mentalmente nota di tutte le situazioni originali che ogni cliente si fa involontariamente protagonista. A casa mettono tutto su carta e poi saranno pronte a pubblicare la loro esperienza di vita.


A questo punto inizio a preoccuparmi però. Chissà cosa scriveranno di me. Non gli ho tolto lo sguardo di dosso nemmeno un momento. In che categoria di clientela mi faranno rientrare?

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Sarà opportuno che la prossima spesa tu la faccia in un altro supermercato...non vorrei mai che la tua distinta personalità venga fraintesa. Bella e curiosa l'idea di mettere i propri pensieri nero su bianco, qualunque sia l'attività di ogni persona.Chissà ,forse un giorno mi convertirò pure io... ciao ciao