giovedì 24 marzo 2011

Là fuori

Stavo aspettando una persona all'interno di un bar. Complice il sole primaverile e la tipologia di vetro presente, sta di fatto che da dentro si poteva tranquillamente osservare i passanti senza essere minimamente notati. 


In questa situazione quasi da stanza per i riconoscimenti all'americana, per ingannare l'attesa  mi sono messo a dare un'occhiata a cosa capitava là fuori.


Sembrava di assistere ad un documentario di divulgazione scientifica a carattere sociologico. In rigoroso ordine di apparizione ho visto:


- coppia quarantenne in stato di "contenzioso".
Lei, allargava le braccia, prima di allungarle verso il cielo, mentre dalla bocca uscivano sillabe in quantità industriali. Lui, sguardo verso terra e braccio destro appoggiato stancamente al fianco. Labbra ermeticamente chiuse.


- gruppo di giovani studenti.
Su per giù sui quindicianni. Pantalone ampio e cadente. Andatura molleggiante. Mani occupate da cellulari e sigarette. Cuffie alle orecchie per l'ascolto di musica, che se indossate anche solo qualche settimana fa, avrebbero riparato molto dal freddo.


- gruppo di turisti in preda a convulso shopping da souvenir.
Cappellino in paglia con scritta Venezia sul davanti. Pezzo di vetro simil-Murano ben avvolto in carta da giornale sotto il braccio. Serie di cartoline di Piazza San Marco che uscivano dal marsupio portaoggetti indossato a tracolla.


- famiglia in balia di tre incontenibili bambini.
Il più piccolo disperato in passeggino. Il più grande, in completo disaccordo con il padre. Considerazione fatta dopo il calcio apportato allo stinco destro del capofamiglia. Bimba all'incirca di tre anni irremovibile seduta a terra con gambe incrociate.


Tutto questo in poco più di cinque minuti. Poi è arrivata la persona che aspettavo, ma sono sicuro che lo spettacolo là fuori è continuato.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

L'osservazione spesso è proprio lo spettacolo migliore...