Non avevo ancora iniziato a complimentarmi con lei, che già arrossiva. Superato questo imbarazzo iniziale, non attesi ulteriormente per dichiararmi.
Con gli occhi puntati su di lei iniziai a sussurrarle delle parole. Non avevano un particolare significato. Sembravano suoni. Forse lo erano.
Lei mantenendo quel suo rossore, si faceva spazio tra i tetti delle case. Mentre i miei suoni s'intensificavano, lentamente si avvicinava a me.
A sostenere questa sua venuta un vento. Un caldo vento d'estate. Esso accarezzava il mio viso e regalava ulteriore splendore a lei.
Nonostante in tanti l'avessimo desiderata, sembrava concedersi solo a me. Almeno era quello che pensavo.
Giunta a pochi metri di distanza, allungai le mani verso di lei come per abbracciarla. Come per farla mia.
Proprio in quel momento mi accorsi di non essere solo. Migliaia di mani erano rivolte al cielo. Migliaia di sguardi erano puntati all'insù.
Ecco svelato il perché di quel suo purpureo colore.
All'improvviso il vento cambio direzione riportandola lassù. Dov'era giusto che fosse.
Le braccia dei presenti prima di essere riportate nella loro naturale posizione, si fermarono all'altezza del petto e un lungo applauso cominciò.
Era l'applauso per un amore mancato, ma che ugualmente per qualche istante una grossa emozione aveva regalato.
Terminato lo spettacolo sembravamo tutti più vivi. Consapevoli che da quella sera, con tutti noi stessi ci saremo dati alla nostre persone amate.
Photo Credits
2 commenti:
che fantastico pezzo
in crescendo, ti porta in alto
come la rossa amata.
mio figlio di 11 anni l'ha vista. ha detto davvero super. quando me la descriveva con tanta emozione, ho pensato:"cosa mi sono perso". spero di rifarmi con Marte che si vedrà a agosto grandissima, la prossima volta fra 60.000 anni!
Posta un commento