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giovedì 3 maggio 2012

Questione di clima

Il cane abbaiava, il bimbo piangeva e la madre gridava. Il bimbo piangeva, la madre gridava e il cane abbaiava. La madre gridava, il cane abbaiava e il bimbo piangeva. Non si sa chi avesse dato inizio a tutto ciò, ma accadeva.


Lei gli teneva la mano, lui sorrideva e la musica suonava. Lui sorrideva, la musica suonava e lei gli teneva la mano. La musica suonava, lei gli teneva la mano e lui sorrideva. Non si sa chi avesse dato inizio a tutto ciò, ma accadeva.


Influenze e sinergie. Azioni e reazioni. Costruzione o distruzione. E' il clima. Non quello meteorologico, bensì quello relazionale che sfocia in quello ambientale. Si nota. Si respira. Si vive. Solo la mancanza di lucidità ne impedisce la sua visione. Una mancanza che solo l'amore può colmare. Quell'amore puro, incondizionato, universale partendo dal personale.


Nel frattempo la sera arrivava, la luna splendeva e le stelle brillavano. Le risate avanzavano, gli abbracci si moltiplicavano e gli occhi luccicavano di gioia. In lontananza alcune grida rabbiose si sentivano ancora. Poche. Sempre meno. Finivano.

giovedì 9 febbraio 2012

Parlami d'amore

Quando ricorderò ciò che è stato
quando sono lontano da te
quando sorrideremo per ciò che sarà.


Quando ti sembrerò stanco
quando il silenzio sovrasterà le mie parole
quando i tuoi occhi vedranno me.


Quando sei certa di avere ragione 
quando pensi che potrebbe essere sbagliato
quando un torto non c'è.


Quando hai imparato ad amarti
quando ricorderai il perdono
quando dimenticherai l'orgoglio.


Quando non ci sarà oramai
quando il continuo sarà un nuovo inizio
quando domani è oggi.


Parlami d'amore. Il mio ascolto parlerà con te.

mercoledì 2 novembre 2011

Viaggio d'amore

Il suo sorriso da tempo si era smarrito. Era stato l'umore a portarselo via. Quell'umore che l'accompagnava nelle sue giornate. Quello che nemmeno la notte l'abbandonava. Non era tristezza. Nemmeno malinconia. Forse solo la mancanza di un motivo. Per essere felici. Per sentirsi vivi. 


In tutto ciò lui di certo non l'aiutava. L'ascoltava pure. Semplicemente non capiva. Questo non capire non faceva che alimentare un distacco. Sempre più grande. Sempre più pericoloso.


Intanto il tempo passava, se non che un giorno lei decise di riappropriarsi della sua vita. Lo fece nel modo più naturale, guardandosi allo specchio. E' lì che capì con chiarezza che stava soffocando la sua esistenza. Per chi? Per cosa?


Aspettò che lui tornasse. Si guardarono, dopodiché le parole presero il posto dei pensieri. Tante parole. Incessanti parole. Alcune spigolose. Altre più morbide, ma erano tutte quelle parole che non si erano più scambiati. Poi un pausa. Uno sguardo intenso e delle lacrime. Infine, come un arcobaleno, il sorriso. Prima di lei. Dopo di lui.


Si abbracciarono, dopodiché tenendosi per mano uscirono di casa. Fu così che iniziarono il loro vero viaggio d'amore. Un viaggio che avevano iniziato quando si erano conosciuti, ma che poi avevano dimenticato di continuare.

martedì 19 luglio 2011

Non porgere la guancia

Va bene tutto... ma se porge la guancia, a questo punto è meglio una stretta di mano. Non è questione di formalità. Non si tratta nemmeno di una particolare etica relazionale. E' esclusivamente un discorso di accensione.


Avete mai pensato di guidare una macchina senza prima averla messa in moto? Oppure ascoltare della musica dal vostro impianto stereo senza premere il tasto play? E ancora scaldare una pietanza sul forno senza accendere il fuoco?


Quindi com'è possibile immaginare minimamente di essere innamorati di una persona, se invece di un bacio passionale sulla bocca, gli si lascia un timido segno sulla guancia?


E questo accade un po' troppo spesso. Bastano pochi mesi e quel gesto così pieno d'amore, diventa qualcosa di cortesemente dovuto.


Su via, è giunto il momento di ricominciare a baciarsi. Baci seri. Voglio uscire di casa al mattino e vedere gli anziani vicini, avvinghiati uno all'altro. La neo coppia di genitori che abita all'angolo con le labbra appiccicate, togliendo per una volta lo sguardo al pargolo. Lo studente che prende l'autobus con me lo voglio vedere con gli occhi chiusi e il viso che fa un tutt'uno con quello della compagna (e non con gli occhi aperti e lo sguardo sul telefonino).  E così via. Senza età. Senza luoghi. Senza tempo.


Quindi iniziate. Baciatevi pure e mai più porgete quella indifferente guancia.

lunedì 18 luglio 2011

Il perfetto equilibrio

<<Che cos'è per te l'equilibrio?>>


E' una domanda che spesso ricorre nei miei incontri. M'incuriosisce capire qual è la visione e la modalità per raggiungere il perfetto equilibrio. L'equilibrio nei diversi ambiti di applicazione. Lavoro, vita sociale, amore. Anche se forse è difficile categorizzare un approccio, che per sua natura è presente nell'esistenza di un individuo nella sua interezza.


Comunque sia fa riflettere la risposta di un manager della sua visione di equilibrio in un delicato momento decisionale d'azienda. Come sono altrettanto interessanti le parole di una donna che commenta la relazione sentimentale con il suo compagno in termini di equilibrio. E ancora, encomiabile è il discorso che un coach fa ai propri giocatori parlando di equilibrio di squadra. 


Situazioni diverse, ma con analogie marcate.


E' il ruolo sociale dell'uomo. Ma ancor prima è la ricerca personale. Dall'equilibrio individuale per poi giungere a quello collettivo. Rinunce, slanci di generosità, regole e passione. Tanta passione. 


Equilibrio non significa privazione. Più che altro condivisione. Credere in un progetto, in un'impresa che sicuramente da soli sarebbe difficile portare avanti. 
Equilibrio è anche confronto. Tra persone diverse. Tra caratteri diversi e su questo punto spesso si arenano i grandi sogni. 


Il perfetto equilibrio è come l'onda perfetta. Una volta individuata si possono superare anche i limiti della fisica. 


E allora rimaniamo nell'attesa di questo equilibrio perfetto, ma non troppo. Altrimenti si rischia di perdere tutto ciò che di meraviglioso, ci accade attorno.

giovedì 16 giugno 2011

Luna Rossa



Non avevo ancora iniziato a  complimentarmi con lei, che già arrossiva. Superato questo imbarazzo iniziale, non attesi ulteriormente per dichiararmi. 


Con gli occhi puntati su di lei iniziai a sussurrarle delle parole. Non avevano un particolare significato. Sembravano suoni. Forse lo erano.


Lei mantenendo quel suo rossore, si faceva spazio tra i tetti delle case. Mentre i miei suoni s'intensificavano, lentamente si avvicinava a me.


A sostenere questa sua venuta un vento. Un caldo vento d'estate. Esso accarezzava il mio viso e regalava ulteriore splendore a lei.


Nonostante in tanti l'avessimo desiderata, sembrava concedersi solo a me. Almeno era quello che pensavo.


Giunta a pochi metri di distanza, allungai le mani verso di lei come per abbracciarla. Come per farla mia. 


Proprio in quel momento mi accorsi di non essere solo. Migliaia di mani erano rivolte al cielo. Migliaia di sguardi erano puntati all'insù. 


Ecco svelato il perché di quel suo purpureo colore.


All'improvviso il vento cambio direzione riportandola lassù. Dov'era giusto che fosse.


Le braccia dei presenti prima di essere riportate nella loro naturale posizione, si fermarono all'altezza del petto e un lungo applauso cominciò. 


Era l'applauso per un amore mancato, ma che ugualmente per qualche istante una grossa emozione aveva regalato.


Terminato lo spettacolo sembravamo tutti più vivi. Consapevoli che da quella sera, con tutti noi stessi ci saremo dati alla nostre persone amate.


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martedì 15 marzo 2011

Lacrime e sudore

Era lì in ginocchio. Il busto era sostenuto dalle mani che al terreno cercavano di aggrapparsi. La testa penzolava verso il basso. Lacrime mescolate a sudore macchiavano la polvere sottostante. 


Il sole aveva raggiunto la sua massima altezza. L'ombra scompariva, soverchiata da un corpo ormai stremato. Aveva camminato per intere miglia senza mai incontrare nessuno. L'ultima volta che si era voltato aveva visto l'infinito. Immagine che aveva ritrovato, anche guardando davanti a sé.


Ignorava dove si trovasse. A mala pena ricordava dove sarebbe dovuto arrivare. Mentre era ancora vivo il sentimento  che lo aveva fatto partire. Stava inseguendo un amore. Quando se ne era andata le avevo promesso che a qualunque costo l'avrebbe raggiunta.


Tutti gli avevano detto che sarebbe stato impossibile. Poche e imprecise erano le indicazioni di dove si trovasse. Anche in lui i dubbi iniziavano ad insinuarsi. Forse era stata una pazzia partire. Forse avrebbe fatto meglio a dimenticarla.


Invece non diede retta alla ragione. Partì. 


Era forse questo l'epilogo di quel gesto dettato dal cuore?


Lacrime e sudore continuavano a scendere. Però quella che sembrava una macchia sulla strada sterrata, prendeva una forma. Quelle gocce intrise di disperazione andavano lentamente a disegnare il viso di lei. 


Dopo una prima sensazione di smarrimento, iniziò a rialzarsi. Fissò per alcuni istanti quell'immagine. Una risata quasi isterica interruppe il suo pianto. Un'energia incontrollabile ridiede forza ai suoi arti.


Anche l'orizzonte davanti a sé non era più spoglio. Ricominciò a camminare. Ricominciò a gioire. Ad ogni passo aumentava il suo amore. Niente e nessuno l'avrebbe più fermato. L'avrebbe riabbracciata. Questa volta per sempre.

lunedì 21 febbraio 2011

Tempo d'amare

Non importa che si tratti di lavoro o tempo libero. Sta di fatto che la parola d'ordine è essere impegnati. Impegnati a fare qualcosa d'importante. Il problema è che tutto sembra essere diventato estremamente importante. Tutto, tranne una cosa.


Impegnati in maniera spasmodica in ufficio. Impegnati in maniera compulsiva fuori dall'ufficio. Assenti ripetutamente nella nostra esistenza.


Concentrati su alcuni aspetti, ma fagocitati dalle distrazioni che ci allontanano sempre più dalla visione d'insieme. 


Mentre la vita scorre si affievolisce sempre più l'entusiasmo che ci aveva accompagnato. Immersi nelle nostre discutibili convinzioni è l'amore che se va.


Ed è così che nel frastuono del quotidiano, il sentimento viene soffocato. Allontanato. Dimenticato. Tutto ciò che è stato fatto non ha saputo alimentare ciò che doveva essere alimentato.


Ci si dimentica di amare se stessi. Figuriamoci gli altri.


Intanto si continua a correre, nonostante il fiato corto e un amore da amare.


E se la noia sembra prendere il sopravvento, ancor di più si correrà.


Cambiare rotta si può. Basta traghettare verso i mari, non sempre tranquilli, dei nostri sentimenti. Solo così nell'essenza della propria esistenza, intravedremo un'altra concezione del tempo. Quel tempo d'amare, troppo spesso perso o lasciato andare.

lunedì 14 febbraio 2011

Valentine's Day

Un nuovo libro sta prendendo forma e sostanza. Storie di donne diverse si stanno delineando. Nel frattempo, voglio festeggiare S. Valentino a modo mio. Con questa dedica, tratta da “Anna e Barnaba”, un sincero augurio a tutti gli innamorati e a coloro che credono nella forza dell’amore.

“Agli incontri!”. Breve pausa. “Agli incontri che ci cambiano la vita. Spesso fortuiti, alcune volte ricercati, addirittura certe volte che si vogliono evitare, ma non c’è niente da fare. Loro accadono. Accadono e da quel giorno qualcosa cambia in te”. Un’altra pausa, un po’ più lunga. “Io mi ritengo una persona fortunata, perché ho sempre fatto degli incontri straordinari. In qualunque ambito. Quando studiavo, ho avuto insegnanti illuminati e illuminanti. Nel lavoro, responsabili e compagni che prima di tutto erano persone, capitale umano e poi capi o colleghi. Nelle amicizie, ho sempre trovato qualcuno con il quale confrontarmi, crescere, dialogare, ascoltare e voi ne siete un esempio”.


“Perfino nell’amore, fino ad oggi considerato con tutte le mie diffidenze ed in cui poco credevo, ho avuto la fortuna d’incontrare una donna meravigliosa…” – Il mio sguardo si rivolge verso Anna.

martedì 12 gennaio 2010

Baciami Ancora

Che volete che vi dica, sarà che sono un eterno romantico, mettiamoci pure che questa mattina mi sono svegliato di ottimo umore, ma quando per radio ho sentito questa canzone mi è piaciuta, mi ha trasmesso una dolce emozione mentre con lo sguardo fissavo nella mia tazza i cerchi concentrici, magistralmente eseguiti da un cucchiaino che sembrava aver trovato il suo ritmo nel suo vertiginoso circolare nel latte.

Baciami Ancora, la canzone che Jovanotti ha scritto ed interpretato per il nuovo film di Gabriele Muccino, il sequel de L'ultimo Bacio, in uscita il prossimo 29 gennaio.

Ancora una volta Lorenzo ha saputo trasmettere delicatamente una poesia d'amore. Un testo semplice, ma pulsante, con una musica dolce e allo stesso tempo sognante. Chissà, magari i tanti detrattori del tema "amore", la troveranno eccessivamente mielosa e banale, ma posso garantirvi che un po' di miele in questo latte che mi sto apprestando a sorseggiare ci sta bene e poi, non è colpa mia se sono tremendamente innamorato!

Bravo Lorenzo.


sabato 19 settembre 2009

Lettera di un padrino

Caro T.,

oggi mi trovo a scrivere una lettera pensando a te.

Ti guardo mentre pacificamente dormi nella tua culla. Ogni tuo respiro sembra un rintocco di serenità. Ogni tuo inpercettibile movimento una primordiale danza di felicità.

Poi osservo i tuoi genitori. Nei loro occhi vedo amore, tante speranze e piccole paure. Speranze concrete, paure inconscie. Ma è così per tutti.

T'immagino quando sarai grande. Le prime soddisfazioni, le prime gioie, le prime delusioni e le prime arrabbiature, però sempre con il sorriso. Questo è l'augurio che mi sento di farti oggi. I bambini hanno tante ricchezze. La spensieratezza, l'entusiasmo, la curiosità, la voglia di fare, la voglia di creare.

Ecco io vorrei che nel tuo lungo cammino che ti porterà ad essere un uomo, tu non perdessi mai di vista questo tesoro. Nella tua continua matura ricerca di diventare grande, non dimenticarti della bellezza della vita.

Divertiti, impara, gioca, sogna, amati, rispettati e rispetta. Afferra con forza i veri valori della vita e lascia scivolare via le distrazioni prive di significato.
Guarda con positività al tuo futuro e qualora ne avessi bisogno cercami. In qualche angolo sarò lì presente per esserti d'aiuto.

Buona vita,
il tuo padrino

giovedì 25 giugno 2009

Fattori di Rischio


Quali sono i fattori di rischio in un rapporto sentimentale?

Sicuramente la non comunicabilità è ai primi posti. Spegnere il dialogo è un lento spegnimento della passione.

La mancata evoluzione non è da sottovalutare. Un rapporto ha delle fasi, dei cambiamenti, deve esserci una crescita continua. Dei singoli. Della coppia.

Le contaminazioni esterne. La gente con le sue spesso inopportune interferenze, può creare turbamenti e disequilibri.

La velocità. Occorre un continuo monitoraggio. L'eccessiva velocità può farci perdere di vista segnali importanti e allo stesso tempo non vivere appieno il singolo momento.

La perdita di consapevolezza. Consapevolezza verso quello che effettivamente siamo e vogliamo.

L'amore che se ne va. Ma questo non sempre ha antidoti, soluzioni e spiegazioni logiche.

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lunedì 18 maggio 2009

Adele

Era una sera di primavera
Quando i miei occhi rividero lei
Era una sera di fine aprile
Quando i miei sensi si persero in lei
Era una sera da ricordare
Quando iniziai ad amare

Con il suo sguardo mi rapì
E con il suo sorriso mi restituì
Una gioia che arrivò
A parlarmi ancor d’amor
Una gioia che arrivò
A parlare con il mio cuor

Era una giornata da festeggiare
quando dei ricordi si inizio a parlare
Era una giornata da ricordare
Quando la invitai a ballare
Era una giornata da amare
Quando iniziai a baciare

Nell’incredulità dei presenti
Le mie parole erano sentimenti
Nel silenzio degli assenti
Le dichiarai i miei intenti
Nella sorpresa della sua mente
Io le dissi ti amerò per sempre
L’importante è che tu sorrida
E che tu mi sia vicina
L’importante è che tu sorrida
E che ti senta vicina

Serate ne son passate
E ne passeranno ancor
Giornate ne son trascorse
E ne trascorreranno ancor
Ma io sono ancora qui con tutto il mio amor
Sentendo il mio cuor battere ancor

Mentre un tuo sorriso si avvicina io amo te
Mentre un tuo sorriso si avvicina io brindo con te
Mentre un tuo sorriso si avvicina io canto per te

e questa canzone
la dedico a te!

P.S. Dopo Anna, Alice, Agnese, Laura, Margherita & Company, ecco la canzone che ho dedicato a mia moglie per il suo compleanno. Tanti auguri Adele!

lunedì 4 maggio 2009

The Power of Love

L'Amore, l'arma più potente che abbiamo a disposizione, ma che spesso e volentieri dimentichiamo di usare.

Se ci pensiamo gran parte delle cose brutte che ci accadono, che ci circondano, sono conseguenza di un'assenza di Amore.
Arrabbiature, tensioni, malumori non sono altro che segnali di allerta. Rappresentano la nostra spia della riserva. Ci indicano che dobbiamo fermarci per ricaricare il nostro cuore d'Amore.

Amore verso il nostro partner. Amore verso i nostri famigliari. Amore verso i nostri amici. Amore verso gli altri. Amore verso noi stessi.

C'è bisogno di tanto amore per rendere piacevole la nostra esistenza e di tutti quelli che ci circondano. Innamoriamoci. Facciamo innamorare e viviamo nel pieno stordimento d'Amor.


giovedì 26 marzo 2009

In continuo corteggiamento

Non so se sia la soluzione ai problemi di coppia, certamente però può contribuire a rafforzarne la relazione.

Sto parlando del corteggiamento, di quel momento sublime, dove diamo il meglio di noi stessi (almeno parlo per il sesso maschile che conosco meglio).
Nei primi appuntamenti c'è quell'energia, quell'entusiasmo che spesso si perdono in una fase avanzata di relazione di coppia.

Ma allora perché non continuare in questo corteggiamento. Far si che ogni giorno sia il primo giorno, la prima uscita. Mantenere quello stato di inebriatezza che ci fa stare bene e fa star bene. Non dimenticare lo sguardo della prima volta che l'abbiamo vista, sognata, desiderata. Ubriacarsi d'amore.

Cos'è che ci impedisce di farlo?

Certo le pressioni delle incombenze quotidiane spesso ci fanno perdere di vista la bellezza della vita, ma non sarà certo un impegno di lavoro, una bolletta da pagare, un capriccio di un figlio, l'impertinenza di una suocera a fermarci.

Quindi ripartiamo. Riprendiamo le fila di un corteggiamento che non deve finire mai.

A tal proposito ora esco. Tornerò con un fiore, con una rosa.


mercoledì 4 febbraio 2009

RAF in Tour: Buona la Prima!


Cominciamo dalla fine.

Complimenti Raf!
Sono da poco passate le 23.30 al PalaBAM di Mantova. Le persone sono ancora lì, assiepate sotto il palco.
Le luci del palazzetto si accendono ed iniziano lentamente ad aumentare la loro luminosità, dando forma e scoprendo i lineamenti dei numerosi presenti.

Il concerto è terminato. L’emozione non ancora.
L’ultima parte di questa esibizione sonora è stata molto carica di energia. I pezzi più ritmati con un Raf all’inseguimento del suo battito animale.

Prima di questa ultima sessione, le atmosfere erano molto più intime, rarefatte. Con una rivisitazione unplugged di successi ben riconducibili a quegli anni ’80 che hanno consacrato l’artista.

Mentre la parte iniziale è un’alternarsi di brani usciti dall’ultimo album con intensi singoli tratti dai dischi precedenti in un perfetto amalgamarsi di emozioni, parole e musica.
C’è una costante in tutte le interpretazioni: la semplicità. Semplicità con la quale Raf riesce a trasferire emozioni senza mai essere banale.
E’ questa la forza di Raf. Quella di parlare di amore senza perdere di vista il valore dei sentimenti.

La band lo supporta perfettamente. Anche qui essenziali, ma efficaci. Basso, chitarra, tastiere e batteria, con l’ausilio di una violoncellista per la parte unplugged.

Scenografia coinvolgente. Meduse giganti, abbracciano al loro interno ogni singolo componente. Sono essere marini, ma qui invece del mare c’è l’immensità dello spazio. Le lunghe braccia di queste meduse servono anche da perfetto appoggio alle immagini che vi vengono proiettate sopra. Solo con il terzo motivo, si alzano per liberare Raf, la sua band e la musica di questo tour, che da Mantova parte, per allietare chi avrà la fortuna di assistervi.

Non è mai un errore.

lunedì 26 gennaio 2009

Orgoglio

Quante volte l'orgoglio ci ha bloccati, non ci ha permesso di agire, provare, verificare. Questo capita in tanti ambiti della nostra vita, ma in particolar modo in amore, nei confronti delle persone che più vogliamo bene.

Si arriva in una situazione dove non si riesce a fare un passo indietro. Scendere dal nostro piedistallo per vedere le cose da un'angolazione diversa. Abbiamo paura di ammettere che certe volte possiamo sbagliare pure noi. Siamo tutti assertori del giusto. Paladini della ragione.

Beh, sapete che vi dico che spesso l'orgoglio fa male, molto male. A noi stessi e agli altri. Ci preclude delle opportunità di confronto, di crescita. Se fossimo un po' meno orgogliosi forse vivremo meglio la nostra vita e i rapporti con gli altri.

"Ma c'è qualcosa che ti ferma, è sempre il solito orgoglio che ti frega... ci fosse anche solo probabilità giocala, giocala, giocala" (V. Rossi - Giocala '83)

mercoledì 29 ottobre 2008

Cosa sarà

Eccomi qui, a cena con due miei carissimi amici a parlare. Ma a parlare di che? Alla fine il minimo comun denominatore è la vita. La vita nelle sue diverse sfaccettature: amore, lavoro, difficoltà, speranze ma soprattutto emozioni.

Ed è lì che s’innesca quella particolare alchimia, quell’energia, che ti fa brillare gli occhi. Sì perché ti rende conto che sei sulla stessa lunghezza d’onda. I pensieri che emergono, anche se in alcuni casi generati da posizioni diverse, s’intrecciano, si scambiano, si confrontano.

Una cosa non così tanto frequente. Perché capita solo in certe situazioni e con determinate persone. E’ vero, il cibo e in particolar modo il vino aiutano lo sviluppo della conversazione. Però, è qualcosa che nasce dal profondo, dal profondo dell’anima.

In tutto questo, in quel preciso istante è come se si riprendesse consapevolezza delle proprie capacità personali, che se messe insieme a quelle degli altri, potrebbero creare qualcosa di veramente importante.

Forse è così che sono nate le grandi imprese… da una cena con amici. Ci si lascia con la convinzione che un piccolo grande passo è stato fatto, nella direzione dell’arricchimento del sapere comune.

Ora è tardi. Domani sveglia alle 6.00. Vediamo se la prossima volta che ci rincontreremo le idee prenderanno anche forma.



mercoledì 8 ottobre 2008

La forza del bacio


Il segnale orario ha appena scandito l'ora: "sono le 18 e 2 minuti primi".
Fermo, aspettando che un semaforo esprima la propria preferenza per la tonalità verde.
Traffico impazzito. Stanchezza tanta, accumulata in una giornata particolarmente intensa. I pensieri sbiadiscono nel mezzo di un grigiore più che metereologico, espressione di una mediocre architettura.

Ad un certo punto un flash. Non è la macchinetta di un posto di polizia improvvisato, bensì un gesto. Un semplice gesto, dalla forza disarmante. Una coppia di ragazzi davanti ad un portone semi-aperto si baciano. Un unico intenso, profondo, innocente, ma passionale bacio.
Forse un saluto nell'attesa che le proprie strade si ricongiungano all'indomani.

Questo gesto ha infuso in me (presumo anche in tutti coloro che hanno colto l'accaduto) una gioia, un sentimento di felicità che mi ha interamente rigenerato.
Ma quello che mi chiedo non è che forse la nostra società ha solo bisogno di un pò più d'amore per uscire da un torpore che rischia di soffocarla?