giovedì 3 novembre 2011

Con la mano nell'aria

Forse tutti lo hanno fatto da bambini. In tanti lo fanno ancora da adulti. Quella mano che gioca nell'aria. Che compie acrobazie degne delle Frecce Tricolori. Che realizza le più svariate forme con la complicità della fantasia. Che rimbalza nell'aria come farebbe un surfista californiano.

Basta un po' di velocità e quella mano decolla nel cielo per poi planare e ridisegnare nuove traiettorie. Nuovi confini. Il braccio funge da unico legame con il terreno. Come lo è il filo per un aquilone. Nonostante ciò quella mano appare libera di esprimersi. Libera di andare. Libera di volare.

Normalmente non ha molto pubblico. Ha uno spettatore d'eccezione però. E' colui che ha deciso di regalarsi un momento di spensieratezza. Di gioia. Di voglia di creare. E' un gesto o meglio sono più gesti, tutti armoniosamente calibrati. In alcuni casi si vuole riprodurre qualcosa. Nella maggior parte nulla. Ed è proprio allora che si realizzano le forme più straordinarie.

La mano che volteggia nell'aria porta con sé  dei viaggiatori. Sono i pensieri. Quei pensieri che trovano lo spazio di descriversi in una porzione di cielo, ai nostri occhi, infinita.

Vola mano. Vola.

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