Le disse che voleva essere accompagnata sulla riva all'ora del tramonto. La moldava la cui età non era facilmente definibile (certamente era molto più giovane di quanto potesse apparire), accolse con entusiasmo la richiesta, dopo una giornata di prigionia davanti ad un televisore dove la signora Marina commentava tutto ciò che vedeva.
Ma l'immagine che le si presentò agli occhi non aveva nulla a che vedere con la finzione vista fino a quel momento. Era stordita di fronte a tanta bellezza. L'acqua della laguna si univa con il cielo sovrastante. I colori presenti a fatica si potevano distinguere uno dall'altro. Sembrava un esperimento di qualche pittore espressionista. A sottofondo di tutto ciò, solo il suono della natura.
A stento riuscì a trattenere delle lacrime. Mentre tutto ciò accadeva, Marina guardava questo spettacolo attraverso gli occhi della giovane. Dopo una pausa dove non si erano espresse parole, l'anziana signora, schiarendosi la voce prima, disse: "Sono felice. Ero stanca che i miei figli mi mandassero persone avare. Finora le avevo cacciate tutte. Si divertivano di più a stare con me davanti a quel televisore. Ridevano. Mi chiedevano informazioni. Mai nessuna aveva avuto una reazione così spontanea davanti ad un tramonto. Ci divertiremo insieme. Alla faccia di tutti coloro che mi vorrebbero già morta, almeno nell'anima".
Dopodiché si allontanarono lentamente. Non prima di essersi girate entrambe, un'ultima volta, ad ammirare la vita.
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