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lunedì 23 aprile 2012

Uno scatto mancato

A chiudere lo scenario c'erano le montagne. Imponenti, nonostante apparissero piccole da quella distanza. Su alcune di esse la neve presente dava a loro un tocco di eleganza in più. Come se indossassero l'abito per un'attesa cerimonia.


Davanti a loro sulla destra c'era l'intera città o comunque tutta quella che l'occhio riusciva a scrutare. I campanili orgogliosi si innalzavano verso il cielo, mentre i palazzi un po' sornioni, vegliavano sugli abitanti. Le luci che andavano lentamente ad accendersi apparivano come il gesto finale di un mago di fronte ad uno straordinario numero di comparizione.


Sul lato sinistro il movimento dell'acqua sembrava blandire rive scolpite dall'estro di un sognante artista. Nemmeno il passaggio di qualche imbarcazione poteva accelerare un ritmo quieto e sereno. Proprio come quella sera che era apparsa dopo imponenti temporali e arguti venti.


Di fronte a me un fotografo riportava sul petto la sua reflex. Era giunto alla conclusione che nessun scatto sarebbe stato in grado di testimoniare la vastità di tale bellezza, mentre alcune persone frettolosamente passavano senza accorgersi di nulla.

martedì 13 dicembre 2011

Oltre

Arrivava da un piccolo paese a nord della capitale Chisinau. Duemila abitanti circa. Aveva un regolare permesso di soggiorno. Era la prima volta che metteva piede su quell'isola. Stava terminando la sua prima giornata di lavoro. Doveva badare a Marina, un'anziana signora da anni costretta a stare in carrozzella. Era stata proprio costei a volerle fare un regalo.


Le disse che voleva essere accompagnata sulla riva all'ora del tramonto. La moldava la cui età non era facilmente definibile (certamente era molto più giovane di quanto potesse apparire), accolse con entusiasmo la richiesta, dopo una giornata di prigionia davanti ad un televisore dove la signora Marina commentava tutto ciò che vedeva.


Ma l'immagine che le si presentò agli occhi non aveva nulla a che vedere con la finzione vista fino a quel momento. Era stordita di fronte a tanta bellezza. L'acqua della laguna si univa con il cielo sovrastante. I colori presenti a fatica si potevano distinguere uno dall'altro. Sembrava un esperimento di qualche pittore espressionista. A sottofondo di tutto ciò, solo il suono della natura. 


A stento riuscì a trattenere delle lacrime. Mentre tutto ciò accadeva, Marina guardava questo spettacolo attraverso gli occhi della giovane. Dopo una pausa dove non si erano espresse parole, l'anziana signora, schiarendosi la voce prima, disse: "Sono felice. Ero stanca che i miei figli mi mandassero persone avare. Finora le avevo cacciate tutte. Si divertivano di più a stare con me davanti a quel televisore. Ridevano. Mi chiedevano informazioni. Mai nessuna aveva avuto una reazione così spontanea davanti ad un tramonto. Ci divertiremo insieme. Alla faccia di tutti coloro che mi vorrebbero già morta, almeno nell'anima".


Dopodiché si allontanarono lentamente. Non prima di essersi girate entrambe, un'ultima volta, ad ammirare la vita.

martedì 7 luglio 2009

Laguna Blu


Certo che i tramonti in laguna sono sempre degli spettacoli di madre natura.
Il sole che lentamente si sdraia dietro San Marco. Il cielo che sembra arrossire con il suo pallore arancione. L'acqua della laguna che si appropria di un blu cobalto.

Il tempo sembra rallentare. Lo spostamento d'acqua dei battelli è minimo. Lo sbattere delle ali dei gabbiani impercettibile. Anche gli ultimi pendolari che rientrano a casa, sembrano aver perso la frenesia che li contraddistingue al mattino.

E' un momento particolare che in una città di mare si assapora ancor di più. L'elemento acquatico sembra perfettamente suggellare la giornata che finisce, come se tutte le preoccupazioni venissero dall'acqua spazzate via, per lasciar spazio ai sogni e ai pensieri troppo spesso accantonati durante il giorno.

Questo è il tramonto di una laguna blu.

Photo Credits

lunedì 17 novembre 2008

Il Primo Bacio

Ieri ero in passeggiata. C'era una bellissima luce autunnale che lentamente stava riducendo la propria intensità nonostante fosse solo l'ora del tè.
Prima di rientrare a casa ho invitato mia moglie a vedere lo splendido tramonto che si stava profilando all'orizzonte.

Scendiamo nella via di fronte a casa che offre uno squarcio di tutto rispetto sulla laguna.
La visione era stupenda, ma vengo rapito da un'altra cosa. Come per tutti i luoghi a portata di mano, essendo questo posto molto vicino a casa non andiamo spesso, per questo non avevo mai notato una scritta sul muro che lo costeggia: "
IL PRIMO BACIO 23/07/07 ".

Ecco che la mia mente ricerca nei files della memoria quando ero stato il mio primo bacio. Dopo qualche istante di esitazione, riesco a ricostruire sommariamente il luogo, il momento e la ragazza.
Era una festa di carnevale. Il magazzino del papà di un nostro amico era stato allestito a locale. Non mancava nulla, un'organizzazione perfetta con tanto di DJ.
Avrò avuto su per giù 14 anni. Lei era una simpatica morettina, con un grazioso sorriso e due grandi occhi neri. La musica, in particolar modo il momento dei lenti, fu il complice di quel gesto così puro, innocente e ingenuo. Che imbranataggine...

Poi penso a questi due ragazzi che hanno firmato sul muro questo loro momento. Forse erano anche loro venuti lì per assistere allo spettacolo del tramonto. Forse erano in vacanza. Forse alla loro prima uscita. Chissà.

Guardo mia moglie. Questa è la situazione ambientale dove la sua pelle di per sé già abbronzata assume un colore ambrato. E' bellissima.
A questo punto non rimane che eseguire quel gesto. Così primordiale, ma così unico. Non è una ripetizione, bensì ogni volta una nuova interpretazione e una piacevole riscoperta.