mercoledì 7 dicembre 2011

A tutto c'è un limite

Sulla passeggiata ci posso pensare. In fondo un po' di movimento dopo cena agevola la digestione. Ma correre dopo le 20.30, al solo pensiero rabbrividisco. Non che fossi impreparato. In tuta mi trovavo. Però è quell'utilizzo improprio del capo di abbigliamento, che abbinato alla ciabatta, lascia poco di sportivo.


Poi in questo periodo dell'anno dove è già buio dal primo pomeriggio, quegli orari da dopo TG, richiamano la stanza da letto più che l'impegno aerobico. Il tepore della casa, il divano, la copertina, certo non sono elementi che richiamano alla mente un George Clooney in azione, ma poco importa. 


C'è anche un altro aspetto. Più penso a quegli ironman là fuori che combattono contro il cronometro e il freddo, più m'immergo nel divano, diventandone quasi un tutt'uno, oltre che arrotolarmi nella coperta come fosse una veste romana.


Una volta qualcuno ha pure provato a spronarmi. Ricordo che ero quasi lì per cedere. Quasi però. Ho fatto solo l'errore di volermi allacciare le scarpe sedendomi sulla poltrona. Quella persona mi sta ancora aspettando.


Vabbé, si è fatto tardi. Sono da poco passate le 21. E' giunta l'ora di andare a letto. Naturalmente di corsa.

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