mercoledì 22 febbraio 2012

Far tornare i conti

Più che parole dovrei scrivere numeri. Come nel migliore compendio del bravo ragioniere dovrei suddividere il foglio in due colonne distinte. Nonostante ciò sono convinto che i conti non mi tornerebbero. Già perché se l'utile è il risultato della differenza tra costi e ricavi, non sempre esso corrisponde alla qualità di quanto prodotto.


Sto applicando questo bilancio ad una serie di produzioni televisive, cinematografiche e d'intrattenimento vario e mi accorgo sempre più di quante iniquità siano presenti. Grandi budget che vanno a finanziare opere, che se da un punto di vista numerico non possono essere messe in discussione, sicuramente tale certezza vacilla dall'osservatorio della cultura. Certo è vero che sono i dati che contano, che decretano il successo o meno di un'iniziativa destinata al grande pubblico, però sempre più mi sorgono perplessità. 


Fortunatamente le sorprese non finiscono qui. Infatti l'applicazione di questa regola aziendalistica vale anche al contrario. Ed è qui che si possono scoprire interessanti novità a basso costo. Però allora mi sorge spontanea la solita domanda: "Ma se ci sono persone in grado di fare ottime cose con budget ridottissimi, cosa potrebbero fare le medesime con anche solo un terzo di quanto assegnato alle grandi produzioni?".


Ma a questa domanda nemmeno il buon Gino Zappa, potrebbe venirmi in aiuto.

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