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mercoledì 22 febbraio 2012

Far tornare i conti

Più che parole dovrei scrivere numeri. Come nel migliore compendio del bravo ragioniere dovrei suddividere il foglio in due colonne distinte. Nonostante ciò sono convinto che i conti non mi tornerebbero. Già perché se l'utile è il risultato della differenza tra costi e ricavi, non sempre esso corrisponde alla qualità di quanto prodotto.


Sto applicando questo bilancio ad una serie di produzioni televisive, cinematografiche e d'intrattenimento vario e mi accorgo sempre più di quante iniquità siano presenti. Grandi budget che vanno a finanziare opere, che se da un punto di vista numerico non possono essere messe in discussione, sicuramente tale certezza vacilla dall'osservatorio della cultura. Certo è vero che sono i dati che contano, che decretano il successo o meno di un'iniziativa destinata al grande pubblico, però sempre più mi sorgono perplessità. 


Fortunatamente le sorprese non finiscono qui. Infatti l'applicazione di questa regola aziendalistica vale anche al contrario. Ed è qui che si possono scoprire interessanti novità a basso costo. Però allora mi sorge spontanea la solita domanda: "Ma se ci sono persone in grado di fare ottime cose con budget ridottissimi, cosa potrebbero fare le medesime con anche solo un terzo di quanto assegnato alle grandi produzioni?".


Ma a questa domanda nemmeno il buon Gino Zappa, potrebbe venirmi in aiuto.

giovedì 19 maggio 2011

Cono o coppetta?

Sarà un tema banale, ma con la stagione già iniziata, c'è poco da scherzare. Se poi ci mettiamo che sembra diventato un vero e proprio business, l'attenzione aumenta. Ma senza addentrarci sul lato economico, puntiamo il riflettore sul diretto protagonista: il gelato.


Per presa di posizione non prendo in considerazione i gelati confezionati e i vari barattoli e vaschette da banco freezer nei supermercati. I primi perché non sono altro che veicoli di marketing. Ne sanno qualcosa i genitori obbligati a prendere assurdità, solo perché contenenti sorprese o perché fatti ad immagine e somiglianza dell'ultimo personaggio dei cartoons. I secondi invece li valuto solo in casi particolari o d'emergenza. Voglie improvvise fuori stagione. Necessità di affogare qualche pensiero. Solo in questi casi Häagen-Dazs, può essere un buon aiuto.


Quindi veniamo al gelato artigianale vero e proprio. Anche qui i problemi non mancano. In questo sbocciare di gelaterie, non sempre la qualità è l'elemento dominante. Quando si fa fatica a riconoscere un gusto da un altro, un campanello d'allarme c'è. Nonostante cerchi di prendere delle precauzioni - solo gelateria e non bar/gelateria, gelato non a vista ma nei singoli pozzetti, servito con la spatola e non con il porzionatore (odio quando mi chiedono quante palline) - le difficoltà rimangono.


E' pur vero che sulla scia slow food, sono nate catene come Grom che s'ispirano ad una ricerca quasi spasmodica della materia prima, però anche qui non sempre le cose funzionano alle perfezione.


Quindi eccomi a vagare per le città alla ricerca di qualche antico laboratorio, che abbia mantenuto una certa tradizione legata al gelato e un'etica di produzione. Non c'è bisogno di inventarsi chissà quali gusti. Meglio concentrarsi su pochi, ma buoni.


Se avete qualche gelateria da segnalarmi vicino a dove abitate, fate pure. Accetto consigli in merito. Potrei anche pensare di istituire una guida delle gelaterie italiane, qualora già non ci fosse.


E come anticipato all'inizio, non entro in merito ai costi/ricavi direttamente collegati a questa prelibatezza. La cosa potrebbe risultare di cattivo gusto!


Non rimane che scegliere. Cono o coppetta?

lunedì 17 gennaio 2011

Spengo tutto

Doveva essere la manna dal cielo per gli spettatori. "Con il digitale si moltiplicheranno i canali a disposizione dei cittadini..." qualcuno annunciava. 


Sarà ma è bastato una fine settimana di zapping per capire che nemmeno il digitale può salvare la televisione. Già perché se l'incremento quantitativo è avvenuto, quello qualitativo ad eccezione di pochi casi (uno fra tutti Rai 5, ndr), stenta ad avvistarsi.


Peccato un'occasione sprecata. 


La sensazione è quella di assistere alla brutta copia delle pay TV satellitari, televisioni tra l'altro che senza le offerte per i seguaci del calcio, sarebbero anch'esse molto da ridimensionare.


Per fortuna ci sono sempre delle valide alternative alla televisione. Tralasciando gli spunti derivanti dal Web, libri e radio rimangono degli ottimi compagni. Non c'è format che tenga di fronte ai caratteri stampati su carta o alle sonorità fuoriuscite dalle onde medie.


Quasi quasi lo faccio. In maniera definitiva spengo il televisore e accendo la fantasia di parole e musica.

mercoledì 24 novembre 2010

Provocazione sonora

Anche la quarta edizione di X Factor si è conclusa.
Vincitore e vinti sono stati proclamati. Fin qui tutto fila. E' una gara. E' uno show. E' un talent show. Ma questo format televisivo è veramente premiante per la musica?


Andiamo oltre, anzi facciamo un passo indietro. Hard disk pieni di file musicali. Download sfrenati. Intere discografie pronte per essere ascoltate. Solo pronte, dal momento che nella maggior parte dei casi vengono esclusivamente parcheggiate lì. Ma la digitalizzazione delle canzoni, ha aiutato la musica?


E poi, emittenti radiofoniche diverse con la medesima programmazione musicale. Che beneficio ne trae la musica?  


Televisione, web e radio. Tre media che dovrebbero garantire pluralismo, qualità, rinnovamento. Invece il meccanismo è inceppato. Sembra quasi accelerare il collasso di un modello discografico allo sbando. E se il problema fosse proprio l'attuale approccio dell'industria discografica. Già nell'utilizzo del termine industria, parlando in gergo musicale, c'è qualcosa che stona.


Quale può essere il nuovo modello per valorizzare la musica? Un sistema che rimetta al centro l'artista non i mezzi di fruizione sonora. E' questa la vera sfida per chi ama la musica. 


La soluzione non è semplice. Forse la giusta strada non è ancora segnata. Comunque sia c'è una piacevole coincidenza. A pochi giorni dalla conclusione del talent musicale di Rai 2, a Faenza aprirà venerdì i battenti la quattordicesima edizione del MEI - Meeting degli Indipendenti. Forse nemmeno lì troveremo una risposta risolutiva, però magari qualche spunto di riflessione sì.