martedì 22 maggio 2012

L'arcobaleno

Era come della polvere che gli si depositava addosso. Una nebbia sottile che gli offuscava la vista. Un'interferenza artificiale per le emozioni del cuore. Oggi, come ieri e forse ancora per domani. Gli occhi intercettavano solo i titoli di quelle notizie, per poi soffermarsi sulle immagini che seppur in bianco e nero, non perdevano d'intensità. Se non fosse stato sufficiente il giornale, ci avrebbe pensato la televisione a ricordare il tutto. E anche nel tratto che lo divideva da casa il radiogiornale aveva strappato il palcoscenico alla musica.


Non era bastato chiudere quelle pagine e abbassare i volumi degli altri mezzi, per riprendere possesso con se stessi. Era quello il mondo che gli avevano imposto. Niente e nessuno si sarebbe potuto esimere da una scenografia già montata e una sceneggiatura già scritta. Anche la pioggia quel giorno sembrava cadere ad un ritmo di insolita insofferenza, mentre il cielo si avvolgeva in quel suo abito grigio.


Al semaforo l'arresto fu totale. Il rosso sembrava essere giunto al momento più opportuno. Il respiro affannato lasciava le sue impronte sul vetro. Con le tre dita della mano sinistra cercò di togliere traccia di ciò. Fu così che il suo sguardo oltrepassò il finestrino per imbattersi nell'interruttore dei suoi sentimenti. Due giovani ragazzi completamente indifferenti alla pioggia si lasciavano andare ad un bacio voluto. Era quello l'arcobaleno che stava attendendo. Il verde arrivò, il cuore riprese il suo battito e la sua mente tornò ad essere libera.


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