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lunedì 18 luglio 2011

Il perfetto equilibrio

<<Che cos'è per te l'equilibrio?>>


E' una domanda che spesso ricorre nei miei incontri. M'incuriosisce capire qual è la visione e la modalità per raggiungere il perfetto equilibrio. L'equilibrio nei diversi ambiti di applicazione. Lavoro, vita sociale, amore. Anche se forse è difficile categorizzare un approccio, che per sua natura è presente nell'esistenza di un individuo nella sua interezza.


Comunque sia fa riflettere la risposta di un manager della sua visione di equilibrio in un delicato momento decisionale d'azienda. Come sono altrettanto interessanti le parole di una donna che commenta la relazione sentimentale con il suo compagno in termini di equilibrio. E ancora, encomiabile è il discorso che un coach fa ai propri giocatori parlando di equilibrio di squadra. 


Situazioni diverse, ma con analogie marcate.


E' il ruolo sociale dell'uomo. Ma ancor prima è la ricerca personale. Dall'equilibrio individuale per poi giungere a quello collettivo. Rinunce, slanci di generosità, regole e passione. Tanta passione. 


Equilibrio non significa privazione. Più che altro condivisione. Credere in un progetto, in un'impresa che sicuramente da soli sarebbe difficile portare avanti. 
Equilibrio è anche confronto. Tra persone diverse. Tra caratteri diversi e su questo punto spesso si arenano i grandi sogni. 


Il perfetto equilibrio è come l'onda perfetta. Una volta individuata si possono superare anche i limiti della fisica. 


E allora rimaniamo nell'attesa di questo equilibrio perfetto, ma non troppo. Altrimenti si rischia di perdere tutto ciò che di meraviglioso, ci accade attorno.

mercoledì 18 febbraio 2009

Il passaggio a livello

Le sbarre si erano appena abbassate. Non avevo fretta e una pausa ci poteva stare.

Oggigiorno siamo così talmente poco abituati a stare da soli, in silenzio, ad avere del tempo a disposizione e non far nulla senza farsi prendere dai rimorsi di una società che ci vuole in continuo e veloce movimento.

In questa strada secondaria sembrava che il tempo avesse ritrovato il suo giusto equilibrio. Fuori la campagna, con le sue corti rurali e gli immensi campi ricoperti di brina. Dentro, in macchina, io con i miei pensieri e il battito cardiaco rallentato.

Una situazione tanto piacevole quanto inusuale. Nella rincorsa alla giornata, difficilmente mi ritrovo a fermarmi ai box e guardare gli altri correre. Ma in questa circostanza era bello fare da spettatori.

Forse passarono solo cinque minuti prima che si rialzassero le sbarre, ma poco importa. In quel momento non contava più la nostra misurazione del tempo. Bastava quel senso di benessere che avevo provato e niente più.

Ripresi il mio cammino, consapevole che non dovevo aspettare un altro passaggio a livello per prendermi il tempo nella vita. Sarebbe stato un atto naturale, dovuto e necessario.