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mercoledì 6 luglio 2011

Un buon programma (finalmente)

Perle rare. Capitato proprio nel momento più basso del palinsesto televisivo, quello estivo. Quattro appuntamenti con un programma ben fatto, condotto egregiamente, interessante e piacevole.


E' arrivato in punta in piedi. Si è evidenziato sottovoce. Ha lasciato un segno ben visibile. Lunedì scorso l'ultima puntata. Da lunedì prossimo una mancanza.


Tutto questo è accaduto in Hotel Patria, dove Mario Calabresi ha traghettato il pubblico all'interno di storie. Storie diverse, ma tutte accomunate dal germe della positività. Elemento quest'ultimo al quale non siamo più abituati, fagocitati da tutto ciò che fa rumore e provoca scandali.


Forti le similitudini con Il mecenate d'anime, forse anche per questo mi sono sentito coinvolto in prima persona. Ho rivisto un cammino a me caro. Un cammino fatto di speranza e possibilità di farcela.


Non avevo ricordi di cosa significasse l'attesa. Un'attesa per un programma, che nella sua semplicità, ha dato l'esempio di come si dovrebbero concepire certe trasmissioni.


Un sentito applauso a Mario Calabresi, alla redazione che ha lavorato al suo fianco e a tutti coloro che hanno messo a disposizione la loro professionalità per la realizzazione di un buon programma (finalmente).

lunedì 15 novembre 2010

ILBETTA: professione blogger

A gentile richiesta il video dell'intervista al sottoscritto, andata in onda l'ottobre scorso su RAI 3, all'interno della trasmissione giornalistica "Buongiorno Regione" edizione del Veneto.


Buona visione -:)




martedì 28 settembre 2010

L'Italia in Presadiretta di Riccardo Iacona - Parte prima

Non è tanto quello che fai, ma come lo fai. Mi verrebbe da introdurre così l’ospite di oggi. Già perché se si possono fissare dei criteri oggettivi di qualità per la valutazione di una professione, i suoi sarebbero molto elevati. Una professione nella quale si è ritrovato un po’ per caso, ma che nel tempo ha saputo sviluppare nei migliori dei modi.

Se sono lontani gli anni in cui era aiuto regista prima e sceneggiatore poi, non lo sono certo le esperienze e gli insegnamenti di quegli esordi. Certo era un altro periodo. Le occasioni per lavorare non mancavano. Erano gli anni in cui Andrea Barbato sperimentava su Rai 3 un nuovo modo di fare giornalismo ed informazione. Giovanni Minoli portava avanti i suoi faccia a faccia con Mixer. Michele Santoro si presentava agli italiani con Samarcanda.

Ed è proprio con Santoro, che lui, Riccardo Iacona inizia a fare ciò che meglio sa fare: il giornalismo d’inchiesta. Brevi pezzi, sei/sette minuti massimo, ma di forte intensità. E’ il giornalismo dei citofoni. Quello dove si andava a suonare ai campanelli delle famiglie della malavita organizzata. Quello che poi sarebbe stato adottato anche da altre trasmissioni e da altri giornalisti.

Dieci anni di Santoro. Dieci anni di lavoro sul campo insieme ad altri colleghi. Operatori, macchinisti, giornalisti. Poi il 2002 e l’editto bulgaro. Stop delle trasmissioni. Un momento difficile per chi lavora da anni insieme. Per chi lavora in un clima di confronto e rispetto come in una grande famiglia.

Ma questa è anche l’occasione per Riccardo di ripartire. Di lavorare da solo. Di non demordere e continuare a raccontare attraverso delle storie il nostro Paese. Ed ecco arrivare tre grandi inchieste “W gli sposi”, “W il mercato” e “W la ricerca”. Tre importanti reportage. Un unico elemento di comunanza: la qualità.