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mercoledì 31 marzo 2010

C'è sempre una soluzione

Dicono che ci sia una soluzione ad ogni problema. Sarà vero?
Sono sempre più convinto di sì.

La difficoltà maggiore forse sta nel fatto in primis di capire bene di che problema si tratti, cosa facile da dirsi difficile da fare, visto che spesso il nostro eccessivo coinvolgimento non ci permette un'osservazione completa e dettagliata.

Poi capito in cosa consiste, analizzare tutte le soluzioni a disposizione. Occorre prendere in considerazione le diverse alternative. Fermarsi alla prima, ritenendola la più semplice ed immediata, potrebbe essere in taluni casi
controproducente. Non sempre la strada più breve è la migliore per raggiungere un traguardo.

Infine riuscire a togliersi
inconsce paure e liberarsi da eccessivi stereotipi mentali può essere di grande aiuto.

Prendete un bambino piccolo. Osservate come si pone di fronte a situazioni che potrebbero apparire di gigantesco impegno per lui. Guardate con che naturalezza riesce a districarsi. In teoria noi grandi dovremmo essere avvantaggiati dalla nostra esperienza, dalla nostra maturità, invece in certe circostanze ciò che dovrebbe aiutarci ci blocca.

Detto questo le alternative ora sono due. O apro una nuova rubrica sul blog, modello "Lettere al Direttore" dove mi inviate i vostri problemi e io con il mio savoir-faire vi porgo i miei consigli. Oppure se volete evitare questo supplizio iniziate a rivedere l'approccio che avete nei confronti dei problemi, senza la vergogna in certi casi di chiedere l'aiuto ad un amico o comunque ad una persona della quale potete fare affidamento.
L'orgoglio è un alleato dei problemi.

martedì 17 novembre 2009

Non ci sono più le hostess di una volta

O qualcosa è cambiato, oppure la fantasia aveva superato l'immaginazione e gli stereotipi che ci propinavano in passato erano privi di fondatezza.
Sarà, comunque resta il fatto che anche pochi giorni fa ho dovuto fare un grosso sospiro di rassegnazione di fronte alla visione delle hostess presenti sul mio volo.

All'andata si viaggiava con una compagnia spagnola. Voi mi insegnate che la donna spagnola è per antonomasia la rappresentante della bellezza mediterranea. Ecco dimenticatevelo. Erano presenti due hostess, la prima, nonostante i tacchi, credo che l'altezza non sfiorasse il metro e sessanta. Pallida e priva di sorriso. La seconda, nonostante fosse slanciata, non faceva certo girare la testa dei viaggiatori maschili al suo passaggio e in più, era antipatica, molto antipatica.

Il ritorno è con la compagnia di bandiera (o ex, dipende dai punti di vista). Ad accoglierci una donna e un ragazzo. Parlo di donna nel senso più temporale del termine, dal momento che la maturità l'aveva già superata da diversi anni. Tralasciando i dati anagrafici comunque quello che lasciava un po' perplessi era la quantità di trucco utilizzato. Il solo rossetto sembrava vernice fresca appena tolta dalla carrozzeria dell'autovettura dei vigili del fuoco. Naturalmente la signora, aveva un atteggiamento da divina e mancava una scalinata nel corridoio centrale, per fare una discesa alla Wanda Osiris. Il ragazzo invece, sembrava essere appena uscito dal provino del Grande Fratello. Masticazione con chewing gum ben evidente. Maniche delle camicia arrotolate con minaccioso drago tatuato che spuntava dall'avambraccio destro, ma soprattutto modi non troppo oxfordiani.

A questo punto mi chiedo, ma tutte queste ragazze che vogliono fare le veline non possono inviare qualche curricula alle compagnie aeree. Non sarebbe male che il capitano dopo essersi presentato e impartito le specifiche del volo dicesse "e adesso facciamo entrare le veline".