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giovedì 22 dicembre 2011

Misteri al femminile

Sono molti i segreti che una donna può celare. Cose impensabili ad umili uomini di poca arguzia e di terreni pensieri. Alcuni li abbiamo già menzionati. Come ad esempio cosa cela il contenuto della borsa di una donna oppure il perché di un così lungo intervallo dal saluto prima di andare a letto a quando effettivamente si accomoda nella sua stanza. Cosa fa nel frattempo? Cosa succede? Per non parlare del taglio di capelli. Il suo stato di incredulità quando dopo nemmeno un giorno che è stata dal parrucchiere, il capello si permette di ritornare com'era prima!


Ma c'è n'è uno che ripetutamente si ripete al quale nemmeno le ipotesi più disparate hanno mai dato risposta. Si tratta di quel momento dove in una situazione conviviale tra amici in un ristorante, in un locale qualsiasi, una delle presenti all'improvviso si alza e neanche il tempo che sia in posizione completamente eretta, che l'amica le dice: "Ti accompagno" oppure "Vengo anch'io".


E' in quel preciso istante che dalla fronte destra dell'uomo inizia a scendere una goccia di sudore. Tensione dovuta alla impossibilità di rispondere ad una semplice domanda "Perché?". Cerca addirittura di immedesimarsi in quello che sta accadendo e la cosa assume sembianze ancora più tragicomiche. S'immagina il compagno di mille serate che gli esterna quel "Ti accompagno". Il sudore si trasforma in brividi.


Come tutti i misteri, forse anche questo è destinato a rimanere tale.

martedì 7 giugno 2011

In fondo a destra

Non serve Maslow, per capire a che livello della piramide inserire questo bisogno. Addirittura va a sfondare il vertice quando l'impellenza si presenta fuori di casa. Tant'è che in molti aree strategiche delle città, i luoghi dedicati all'espletamento sono a pagamento.


In taluni casi spesso il sistema di accesso è automatizzato. Inserisci le monetine e le porte dell'agognato paradiso si aprono. Però possono presentarsi alcuni inconvenienti. Si è sprovvisti di moneta. Le condizioni igienico-sanitarie lasciano alquanto a desiderare. Non si condivide il motivo di dover pagare tal servizio. Oppure per accorpare i diversi pensieri: "non si vuole pagare un servizio, per il quale non si ha nemmeno la moneta contante a disposizione e del quale già si conoscono le scarse qualità".


Ecco che allora non rimane il piano B: il bar. Però anche qui per un senso di vergogna di usufruire di un servizio senza una minima consumazione, scatta l'ordinazione. Ordinazione che viene fatta ancor prima di espletare il bisogno. In questi casi si ordina un caffé del quale non si ha nemmeno voglia, oppure un bicchiere d'acqua consapevoli che avrà delle ricadute immediate sul nostro stato fisiologico.


Avvenuto l'ultimo sacrificio, scatta la domanda retorica. Sì, quella domanda che è statisticamente provato ha come risposta "... in fondo a destra", come se nella progettazione degli esercizi pubblici, prima si stabilisse la posizione del bagno, dopodiché fissata quella, si procedesse alla realizzazione del resto del locale.


A questo punto vorrei fare una richiesta a tutti i baristi e proprietari di bar. Quando vedete entrare una persona "bisognosa", perché voi la riconoscete subito, non state lì a chiederle cosa desidera. Con un elegante gesto, a braccia aperte, in senso di accoglienza, di benevolenza, fatelo accedere a quello spazio tanto ambito. Ve ne sarà eternamente grata.