giovedì 31 maggio 2012

Io ci sarò

Gli teneva la mano mentre il respiro lentamente tornava alla sua normalità e gli occhi dalla stanchezza si chiudevano. Là fuori tuoni e lampi imperversavano nel cielo. In quella stanza invece il silenzio aveva preso il posto di un pianto e di consolatorie parole. Erano i pensieri ora a prendere il timone di una notte particolare. Una notte nella quale alla paura di un figlio il padre aveva dovuto rispondere con umana fermezza, mettendo da parte le proprie insicurezze e issando la bandiera del coraggio. Poco importava se fosse un semplice mozzo, ora doveva indossare gli abiti e non solo del capitano.


Dopo pochi minuti lontano sembrava quell'incubo portato dal sonno, ma forse iniziato molto prima. Più si accorgeva che il suo piccolo uomo aveva abbandonato in mare quei cattivi pensieri, più il frastuono del temporale si allontanava. 


Ad un tratto iniziò a pensare a tutte le volte che lo aveva visto spensieratamente ridere. Così per stemperare la tensione di un momento, ma forse anche nell'inconsapevole tentativo di trasferirgli serenità attraverso l'unione di quelle due mani. Una a fianco all'altra, disinteressandosi completamente che una fosse più del doppio dell'altra.


Accertatosi che tutto fosse tranquillo, si alzò per abbandonare la stanza, non prima di regalarsi un sorriso che asciugava una lacrima non caduta.


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