Visualizzazione post con etichetta dimenticanza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta dimenticanza. Mostra tutti i post

lunedì 18 giugno 2012

Segui la lista. Sempre.

Sarebbe bastato seguire la lista. Ricontrollarla, prima di farne una palla di carta arrotolata e imbucarla in fondo alla tasca destra del jeans. Era la terzultima voce. La prima per importanza. Forse il vero motivo di quel pellegrinaggio sotto il sole battente a più di trentacinque gradi. 


Invece no. Giunto a casa e disposto sul tavolo da cucina l'intero contenuto di quella shopper riciclabile, mancava inesorabilmente all'appello. Un sorriso posticcio di lui cercava di anticipare un veritiero sguardo assassino di lei. Ma appena i pollici e gli indici delle due mani posizionati sulle estremità di quella borsa, la scuotevano con gesto plateatico all'ingiù, la percezione di lui fu quella di uno sventolamento di bandiera e non certo di pace.


Il passo successivo fu l'enunciazione sempre da parte di lei in modo apparentemente flemmatico della frase di circostanza: "... ti ricordi cosa ti avevo detto di ricordarti di prendere prima di uscire, vero?". Dopodiché trascorso qualche eterno secondo di pausa, un sospiro accompagnava l'oscillazione della sua testa da destra a sinistra e viceversa. Infine il silenzio.


Fu allora che lui cerco di sdrammatizzare la situazione con un innocente battuta. Ma ci sono momenti in cui sia l'innocenza sia le battute è meglio mettere da parte. E quel momento era proprio uno di quelli.

martedì 15 maggio 2012

La battuta smarrita

C'erano due modi per venirne fuori. Il primo era ridere. Il secondo lo si era dimenticato. Come dimenticate erano le battute, quelle che dovevano sottolineare uno dei passaggi topici di quell'opera. 


Lo sguardo di lui era perfettamente concentrato nel vuoto. Fisso, verso quell'angolo di soffitto in fondo a destra, dove sperava che prima o poi scendessero quelle parole che gli mancavano. Erano sette i secondi trascorsi. Potevano ancora apparire una pausa per aumentare il pathos. Allo scandire del quindicesimo non più. 


In sala un sottile brusio iniziava a percepirsi, fu allora che lei iniziò a ridere. Sempre più forte quella sua risata andava a riempire un silenzio che nell'imbarazzo sembrava oramai imbrigliato. Anche il pubblico trasformò il rumore in riso, ma il capolavoro avvenne quando da tutta quell'allegria, lei iniziò a tirar fuori parole che avevano la forma di un salvagente e la consistenza di uno straordinario fuori copione.


In questa ascesa d'improvvisazione arrivò infine l'assist finale. Con un interrogativo, imboccò   la risposta all'interno della quale erano presenti quelle parole smarrite. Lui di scatto abbassò il collo, per poi indirizzarlo verso di lei. Il gioco era fatto. Lo spettacolo poteva andare avanti, con esso l'emozione per una rappresentazione ben interpretata. Silenzi compresi.