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giovedì 27 novembre 2008

Facebook... e sei protagonista

Non volevo parlarne, ma mi vedo un po' costretto. Sia per lavoro, sia come fenomeno sociale è tema di forte attualità.
Togliamo subito ogni forma di dubbio: a me non piace. I motivi sono diversi, la sostanza una sola: mancanza chiamiamola d'intimità.

Facciamo subito qualche esempio.
Perché devo diventare amico su Facebook di uno che a mala pena saluto quando l'incontro per strada?
Perché devo essere rintracciato da ex compagni di scuola, quando non ne ho voglia e nemmeno mi ricordo più della loro esistenza?
Perché devo far vedere ad altri ciò che sto facendo, ciò che ho fatto e ciò che farò?
Perché devo ricevere in continuazione richieste di adesioni, partecipazioni e quant'altro a gruppi di varia natura, genere e interesse?
Perché devo sentirmi out se non ho un mio profilo con tanto di foto artistica che mi rappresenti?

Bene provate a dare qualche risposta a questi miei interrogativi. Nel frattempo io vado a caricare le foto della gita di domenica scorsa, indovinate dove?

Ed ora l'inno di FB, Bugo "Nel giro giusto"


martedì 28 ottobre 2008

Il Volo Leggero

Un casolare nascosto tra le campagne del veronese, eppure per noi era il centro del mondo. Sto parlando del “Il Volo Leggero”, un luogo forse esistito solo nella fantasia o forse reale, chissà. Comunque per alcuni anni della mia vita e di quella dei miei amici ha rappresentato un punto d’incontro non da poco.

Inizialmente erano tre stanze. L’ingresso con bancone e cassa e altre due camere dove erano disposti i lunghi tavoloni che accoglievano le compagnie. D’estate si poteva usufruire anche del plateatico esterno sotto la tettoia che spesso ospitava concerti di gruppi a dir poco emergenti, ma che vibrations.

Era questo un reale social network, antesignano degli attuali virtuali MySpace o Facebook. C’erano gli amici, la musica e… le ragazze! Già per me in quel periodo era come stare a Milano durante la settimana della moda. Era stranissimo, ma c’era una selezione naturale che faceva arrivare solo belle ragazze o forse era la vista dei miei occhi da imbranato adolescente che le faceva apparire tali. Il piatto tipico era l’assetta di affettati, affiancata da patatine fritte e della buona birra.

Ci passavamo le serate, i giorni e il tempo. Si stava bene, si chiacchierava, ci si divertiva. Per alcuni anni ha rappresentato la perfetta appendice del dopo studio, del dopo lavoro. Gli unici eventuali problemi erano a carattere sentimentale, ma neanche più di tanto.

Poi il luogo ha subito una trasformazione. E’ cresciuto in dimensioni. Nuove stanze, plateatico chiuso anche per l’inverno ed è iniziata ad affluire tanta, tanta gente, anche troppa. E così come i luoghi di vacanza che inizialmente sono conosciuti da pochi con il loro charme e bellezza selvaggia, vengono presi d’assalto dal turismo di massa, così è stato per Il Volo. Aveva perso quel suo alone di magia. Ma forse era giusto così, anche noi nel frattempo eravamo cresciuti e avevamo anche delle esigenze diverse. Il suo dovere l’ha fatto e per noi rimarrà sempre un luogo ricco di fantastici ricordi.