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martedì 13 aprile 2010

Chiara Meattelli: London Calling - Parte prima


Ci sono alcune cose che mi accomunano a Chiara.

La cosa più immediata potrebbe sembrare il destino meteorologico. Mentre sto scrivendo il cielo è grigio e una sottile pioggerellina oceanica ferma la sua corsa sulle finestre di casa. Proprio come a Londra dove Chiara vive da diversi anni. Ma togliendo il leggero appannamento dei vetri, formatosi forse dalla condensa dei miei troppi pensieri, si può scorgere il vero filo conduttore tra me e Chiara: la musica e la scrittura.

Mentre lei da piccola disegnava su dei quaderni delle ondine facendo finta di saper scrivere e interpretandone il contenuto in fantasiose storie di viaggi, io abbozzavo sul terriccio con un bastone dei primi simboli simili ad un vocabolario azteco.

Mentre qualche anno dopo lei presentava a Perugia una tesi su John Lennon, io in quel di Venezia ne discutevo un’altra dedicata alla radio. Insomma se il buongiorno si vede dal mattino, il nostro destino era scritto e musicato già da tempo.

Ma cosa ha portato Chiara Meattelli ad essere oggi corrispondente da Londra per importanti magazine musicali e quotidiani nazionali? A questa domanda forse Chiara risponderebbe con un “Go travelling!”, con la consapevolezza che si cresce viaggiando, ma per sentire la sua versione su questa tappa importante della sua vita, diamo direttamente la parola a lei, visto che mi lampeggia sul monitor del portatile un London Calling.


ILBETTA: “Allora Chiara arrivi a Londra otto anni fa e inizi subito uno stage con un’anima punk/rock come Vivienne Westwood. Direi non male come partenza?”

Chiara: "Appena arrivata ero proprio una pivellina! Era tutto così nuovo, diverso, soprattutto lavorare in un ufficio di moda… e alla Westwood non ci si annoiava mai. Magari passava Uri Geller a salutare Vivienne, si fermava in ufficio a fare il suo classico numero in cui piega i cucchiaini e legge il pensiero... cose del genere! Vivienne è una persona molto carismatica, di quelle che sembrano sempre nel proprio mondo ma anche estremamente carina e gentile; ogni mattina veniva in ufficio in bicicletta…".


ILBETTA: “Uno stage che, comunque, si è trasformato in un lavoro. Ma poi cos’è successo, smania di continuare a viaggiare che ti sei diretta negli Stati Uniti?”

Chiara: "Non esattamente. Senza entrare in dettagli, a un certo punto non ero più mera stagista ma nemmeno assunta, diciamo che le cose non sono andate come volevo e che comunque non ho mai sognato di lavorare al marketing di una casa di moda. Dopo l’esperienza alla Westwood ho lavorato per più di 3 anni come traduttrice e dopo ancora mi sono trasferita negli Stati Uniti. Ho vissuto in Colorado con il progetto preciso di andare sei mesi dopo a San Francisco e magari mettere su famiglia. Più che la smania di viaggiare, sono andata per via di un uomo. E’ sempre così no?! Credo che i più grandi salti nel buio nella vita si facciano sempre per amore...".


ILBETTA: “Questa parentesi americana ti ha permesso anche di dedicare del tempo alle tue passioni. Mi dicevi che in quel periodo da un lato hai ascoltato parecchia musica e dall’altro hai approfondito la conoscenza della fotografia, che oggi è diventata una tua preziosa compagna insieme alla scrittura. Cosa mi dici a riguardo?”

Chiara: "Per vivere in America con un visto legale dovevo essere iscritta ad un college, frequentare ed avere pure buoni voti altrimenti mi avrebbero deportata. Così ho seguito due corsi di musica e due di fotografia, digitale ed analogica. Non era una scuola prestigiosa, come ben sai quelle costano una fortuna ma mi ci sono lo stesso buttata a capofitto. Non facevo altro che ascoltare musica, suonare, scrivere musica, scattare e stampare foto… avevo sistemato una camera oscura nel back porch di casa. Al college ho imparato a recensire i primi concerti di musica classica e a scrivere brevi (e insensate!) composizioni al piano. A volte mi svegliavo la notte e correvo alla tastiera con una melodia in testa. Quando penso a quello che riuscivo a suonare ai tempi mi sorprendo, oggi sono drammaticamente peggiorata e mi spiace. Ma se avessi davvero avuto talento credo che a quest’ora non starei a scrivere di musica quanto piuttosto a scriverla!"


Photo: Una scena che si ripete quotidianamente. Chiara Meattelli al mattino in sella alla sua inseparabile Vespa mentre cerca di capire quale musica ascoltare sull'iPod prima di partire. Situazione, a nota della stessa Chiara, che può prolungarsi per diverso tempo.

lunedì 12 aprile 2010

Il fascino delle due ruote

Ci risiamo è ripartito il Motomondiale.
Ci risiamo Valentino Rossi è arrivato primo.
Ci risiamo è stata una bella gara.

Dopo una partenza incerta, Stoner con la sua Ducati sembrava imprendibile. Però non conta essere super veloci solo a momenti. Infatti in un eccesso di foga è andato fuori e il Vale ha ripreso a primeggiare. Bravo anche a Lorenzo che con l'altra Yamaha ha fatto un ottimo recupero arrivando secondo. Applausi per Andrea Dovizioso, che ha infiammato la gara per la battaglia per il terzo posto, mettendo le ruote della sua Honda HRC davanti a Hayden, che comunque ha fatto una buonissima gara. Infine congratulazioni a Ben Spies, campione di Superbike, per il buon debutto in MotoGP.

Non essendo un giornalista sportivo, mi fermo qui con la cronaca della gara, ma sono sicuro che anche quest'anno ci saranno grandi emozioni che arriveranno da questi confronti in pista.

Ma perché parlo di due ruote? Perché le due ruote è anche il compagno inseparabile di viaggio dell'ospite di questa settimana de ILBETTA ON AIR. Una due ruote sicuramente non veloce come i bolidi dei piloti del Motomondiale, ma da un fascino che non conosce età.

Sto parlando di una Vespa, quella con la quale Chiara Meattelli
scorrazza per le vie di Londra.
Chi è Chiara Meattelli lo scoprirete a partire da domani durante l'intervista. Vi anticipo solo che se siete amanti di musica, di buona musica, avremo la fortuna di parlare con un'inviata musicale molto ben aggiornata sulle tendenze sonore.

Stay Tuned!