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giovedì 28 aprile 2011

L'intervista

"Lei cucina?"


"Le piacerebbe migliorare?"


"E' da tanto che non compra una nuova pentola?"


Bene se avete risposto affermativamente (come credo) ad almeno due delle domande sopra indicate, siete ad un passo per l'acquisto di un nuovo set di pentole per la vostra cucina.


Non preoccupatevi per i soldi. Potete pagare in comode rate e comunque c'è sempre la finanziaria di turno che vi viene in soccorso.


Sono fenomenali questi venditori. Simpatici. Gentili. Amichevoli. Ti raggiungono con la scusa di un'intervista. Un minimo segnale d'interessamento da parte vostra e tra un primo saltato e un arrosto nella casseruola, non rimane che firmare il contratto.


La linea di confine tra l'effettiva esigenza e la necessità indotta è alquanto sottile. Certo che sanno fare molto bene il loro mestiere. Non metto in discussione i prodotti, che in linea di massima sono di apprezzabile qualità, però l'approccio lascia il tempo che trova.


Il telefono fisso è a quasi completo utilizzo degli operatori di telemarketing. La poca posta in arrivo, tralasciando le onnipresenti bollette, sono inviti ad acquisti a prezzi speciali, con tanto di ricchi premi e cotillons. Infine, la periodica visita del venditore porta a porta, l'antesignano del prodotto non richiesto.


Che si tratti di pentole, aspirapolvere o altro ancora, se siete sicuri che non avete bisogno di nulla, pensateci prima di sottoporvi a qualche tipo di intervista/sondaggio. L'arte della persuasione esiste. Eccome. A proposito, avete bisogno di un set da cucina nuovo e mai usato? 

martedì 19 gennaio 2010

Confusione

Ore 23.20. Si è appena conclusa la fiction Lo scandalo della Banca Romana. Tra qualche istante inizia la puntata di Porta a Porta dedicata alla "beatificazione" o meno di Craxi.

Sono stanco. Prima di coricarmi mi affaccio, come ogni sera, nella stanza dei bimbi. Li guardo nella penombra. Ascolto il loro respiro. Cerco di captarne i pensieri. Ne catturo solo una sensazione: l'innocenza.

Non si tratta solo di retorica. Non è solo un dibattito inconcludente sulla questione morale. La posta in gioco è molto di più. Onestà, che parolone. Un termine semplice da dire, tremendamente difficile da impersonificare.

Qualche settimana fa ho pure dovuto sostenere un acceso confronto tra la mia visione speranzosa di un mondo migliore e chi forse, non cinicamente, ma solo più concretamente di me, non vede rimedio alle ingiustizie nella nostra esistenza. "Quando tutti sono colpevoli, nessuno è colpevole".

Non può essere così. Non deve essere così. Sono per i lieti fini. Per una giustizia che fa il suo giusto corso. Per l'essenza positiva del genere umano. Però, sono un po' confuso. Sarà colpa della stanchezza di questa giornata che sta volgendo a termine. Sarà.

Mi adagio sul letto e spengo la luce. Inizio a sognare, con la speranza che tutto ciò non rimanga solo tale.