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lunedì 19 dicembre 2011

Sogni Grandiosi

E' stata una serata molto divertente. Perché sapevo che avevo un orario da rispettare altrimenti sarei andato avanti ad oltranza. E' stata una vera e propria festa. Come quelle che si organizzavano alle superiori a suggello di un anno scolastico trascorso insieme ad amici. E di amici venerdì scorso all'Hotel Londra Palace di Venezia ce n'erano. Ce n'erano già stati e altri ce ne saranno. Il pubblico che ha assistito ai diversi appuntamenti con Il mecenate d'anime approda a Venezia. Gli ospiti che hanno partecipato e condiviso le loro storie con i presenti.


Un viaggio tra sogni ed emozioni durato tre mesi. Dodici incontri e ventisei protagonisti. Peccato che le emozioni non sia stato possibile quantificarle, perché ce ne sono state innumerevoli. Diverse. Straordinarie. Venerdì nel ripercorrere quanto è accaduto durante tutte queste serate ne ho avuto conferma. Sempre che ce ne fosse stato bisogno.


Sogni, creatività, innovazione, viaggi, cambiamento sono stati alcuni dei temi trattati. Un'unica costante ha accomunato ogni singolo appuntamento: la passione. Ed è così che a due passi da San Marco, si è avuto la possibilità d'incontrare "anime" solo per citarne alcune come Alberto Di Stefano che ha fatto il giro del mondo in barca-stop; Simone Perotti che ha deciso di riappropriarsi della propria vita dicendo Adesso Basta; Piero Formica che ha divulgato una nuova cultura imprenditoriale oppure Franco Bolelli che ha catalizzato i presenti con la sua vitalità.


E in tutta questa euforia di fine stagione, ho avuto modo di fare ciò che da tempo aspettavo. Lanciare la sigla finale del programma.


Un immenso grazie a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questi appuntamenti, partendo in primis da Alain Bullo, direttore dell'Hotel Londra Palace che ha aperto le porte del suo prestigioso salotto a quello che apparentemente poteva sembrare solo uno dei tanti sogni. Sogni grandiosi.


Ed ora vai con la sigla.


Arrivederci.




lunedì 12 settembre 2011

All'inseguimento di un sogno

Alberto Di Stefano (sx) con Paolo Scarpa, i due protagonisti del primo incontro de "Il mecenate d'anime approda a Venezia"

"Tra vent'anni sarai più deluso dalle cose che non hai fatto che da quelle che hai fatto. E allora molla gli ormeggi. Lascia i porti sicuri. Lascia che gli alisei riempiano le tue vele. Esplora. Sogna."


E' iniziata con questa citazione dello scrittore americano Mark Twain, la serata di venerdì scorso de Il mecenate d'anime approda a Venezia. E' stato solo l'inizio. Il vero viaggio, il vero inseguimento di un sogno è avvenuto dopo pochi istanti. Quando hanno iniziato a parlare loro. Alberto Di Stefano e Paolo Scarpa, i veri protagonisti della serata.


Due storie apparentemente lontane. Due sogni abbastanza diversi. Due emozioni così intensamente vicine. Mentre il primo descriveva che cosa provava nel veder terra dopo giorni e giorni di navigazione, il secondo trasmetteva le sensazioni nel vedere le sue opere in mostra. Mentre Alberto raccontava gli aneddoti legati al suo giro del mondo in barca-stop, Paolo confermava la sua volontà di trasformare la sua passione, legata alla scultura del vetro, in professione. Mentre entrambi condividevano i loro sogni con i presenti, i presenti sognavano con loro.


Forse è stata questa la vera alchimia di questo incontro. Due narratori che hanno coinvolto il pubblico nella loro narrazione. Da questo connubio un'unica grande armonia si è creata. A quel punto tutti sono stati protagonisti. Protagonisti di una serata che forse in qualcuno ha suscitato pure il desiderio di inseguire il proprio sogno. Perché no?


Nel frattempo Il mecenate d'anime si rimette a lavorare. C'è da preparare un nuovo incontro. L'appuntamento è per venerdì 16 settembre alle 18.30 sempre al Londra Palace. Tema della serata "Le coppie creative". Preparatevi a sognare ancora.


Photo Credits

venerdì 29 ottobre 2010

Disco Week End: Francesco De Gregori - Titanic


E' stato un suo fedele compagno di viaggio. Durante il giro del mondo in barca-stop lo ha ascoltato ripetutamente. Chissà come sarà stato associare questa musica, queste parole, con ciò che gli occhi di Alberto Di Stefano vedevano. Mentre sentiva questo disco, Alberto non era comodamente disteso nel salotto di casa. Nemmeno, ad onor del merito, imbottigliato nel traffico di una città come Milano. Alberto era in mezzo all'oceano oppure in qualche porticciolo difficilmente individuabile da una cartina geografica.


Comunque sia stava ascoltando un grande album. Un album dove Francesco De Gregori è riuscito, attraverso la sua poesia e una moltitudine di metafore, a dipingere perfettamente le contraddizioni che accompagnano un progresso.


Brani come L'abbigliamento di un fuochista, I muscoli del capitano e la stessa Titanic, che da il nome al disco, sono il sunto esemplare di un disco ben riuscito. Ma poi c'è una canzone d'amore come Belli Capelli. La ballata sognante di Caterina. Il rock'n'roll d'amarcord di Rollo & his Jets. L'apparente tranquillità di Centocinquanta stelle. Lo struggente racconto di San Lorenzo. Ed infine c'è lei, La leva calcistica della classe '68 che non ha bisogno di essere commentata.


Proviamo ad ascoltarlo ad occhi chiusi questo album. Chissà, forse ci sembrerà di essere in barca con Alberto, nel suo giro per i mari del mondo. Chissà.





giovedì 28 ottobre 2010

Alberto Di Stefano - Il giro del mondo in barca-stop - Parte terza


Turni al timone. Pesca. Lettura. Scrittura. Questa era la giornata tipo di Alberto Di Stefano durante i lunghi trasferimenti in mare. Leggendo, Alberto si prepara dettagliatamente per conoscere le nuove tappe da raggiungere. Scrivendo, mette su carta una serie di racconti tratti da questo suo viaggio, ma non solo. Quello che scrive diventa anche una sorta di guida per fare il barca-stop. Dove si possono trovare le imbarcazioni. A cosa bisogna stare attenti durante gli spostamenti e altro ancora. Un volume che trova sostanza in un libro pubblicato da Feltrinelli una volta rientrato a casa.

Alberto in questo suo viaggio lungo un anno non si è fatto mancare nulla. Il lancio con il paracadute a Nadi nelle Fiji. Immersioni spettacolari, come il bagno con le megattere alle Vavau. Il rafting sul fiume Chiriqui Viejo a Panama o l’upsailling di una cascata a Efate. Solo per citare alcune.

Megattera alle Tonga
Mi dice che è stato difficile una volta rientrato, dopo essere stato per un anno in giro per il mondo scalzo, per il mare, riprendere le tradizionali abitudini come la sveglia del mattino, gli impegni di lavoro, le presentazioni powerpoint da fare e la pausa pranzo da assaporare. Alberto mi confida che la voglia di fare un altro viaggio così c’è. Senza fretta però. Quando sarà il momento. Quando ci saranno le condizioni per farlo. – “Intanto ora appago la mia voglia di vela facendo lo skipper, facendo l’istruttore in una scuola vela di Milano”, sì perché durante la nostra chiacchierata telefonica, Alberto si trova in uno dei tanti uffici del capoluogo ambrosiano, mentre io guardo le acque della laguna che mi dividono dal campanile di San Marco. Ironia della sorte. Oppure solo amore incondizionato per il mare. Non bastano quattro mura per fermare la fantasia di un uomo. Nemmeno qualche chilometro di distanza dalla costa per impedirgli di diventare un vecchio lupo di mare. 

Sotto una cascata nella grotta sacra delle Vanuatu - Alberto Di Stefano

mercoledì 27 ottobre 2010

Alberto Di Stefano - Il giro del mondo in barca-stop - Parte seconda

"La prima cosa che abbiamo visto dopo 18 giorni di Oceano Pacifico: la stupenda Baia delle Vergini alle isole Marchesi" - Alberto Di Stefano

Vai alla prima parte

Per Alberto è un’illuminazione. Il giro del mondo di Alberto Di Stefano si trasforma nel giro del mondo in barca-stop. In ogni porto che raggiunge ci sono annunci di persone che cercano compagni di viaggio. – “Ho trovato tante persone che dovevano fare lunghi tratti che erano contenti di ospitare gente a bordo. Pensionati ancora fisicamente atletici che si godevano i soldi risparmiati con il lavoro. Coppie che avevano deciso di fare il giro del mondo. Oppure skipper che dovevano traghettare una barca da un porto all’altro… o ancora imbarcazioni finanziate dalle università per ricerche in ambito marino. Erano veramente diverse le persone che si potevano incontrare, anche se tutte avevano un elemento in comune. La voglia di socializzare. La curiosità. L’entusiasmo di vedere posti che altrimenti difficilmente si potrebbero vedere in modalità diverse.”

Il 60% del tempo, Alberto Di Stefano lo ha trascorso navigando. Su un anno di durata del suo viaggio, più di duecento giorni sono stati di navigazione. Questo è un dato straordinario per chi ama l’ambiente marino come lui. Un valore affascinante al solo pensiero che solo due anni prima era salito per la prima volta in barca.

Sono numerosi gli aneddoti nei quali Alberto è incorso durante questa avventura. Come quando è arrivato dall’altra parte del mondo. Nella piccola isola di Niue, tra Tonga e le Fiji. E’ qui che dopo essere sbarcato, si ritrova in un piccolo bar a parlare con un polinesiano. Una persona distinta, di una certa età, ben vestita. Un polinesiano che appare fin da subito ad Alberto una persona con un’ottima conoscenza della civiltà europea e della storia risorgimentale italiana. Poco ci vuole per svelare che l’interlocutore in questione era il primo ministro di quella piccola isola. S’instaura un rapporto di stima e amicizia tra i due. – “Ogni sera mi ritrovavo a bere una birra con il primo ministro”, mi dice sorridendo Alberto. Tanto che il primo ministro offre l’opportunità ad Alberto di trasferirsi a vivere sull’isola. A prenderne la cittadinanza. Una tentazione, quella di cambiare radicalmente vita. Vivere in un piccolo Eden, con tanto di ottime retribuzioni pensionistiche garantite. Però per Alberto è solo una piacevole tappa e continua la sua attraversata.



martedì 26 ottobre 2010

Alberto Di Stefano - Il giro del mondo in barca-stop - Parte prima

"La nostra rotta era sempre per Ovest, nelle lunghe attraversate bastava seguire il tramonto..." - Alberto Di Stefano 

Spesso in questo blog abbiamo parlato di cambiamento. Di nuovi stili di vita. Di un riappropriarsi della propria esistenza.

Molti degli incontri che abbiamo fatto sono dei viaggi. Alcuni con delle mete fisiche precise e lontane. Altri apparentemente più vicini, nel profondo di se stessi.

Quello di oggi è un viaggio ancor più particolare. Complice la passione per il mare e la voglia di concedersi una pausa. Voglia di avventura. Voglia di libertà. Nella consapevolezza però, che tutto ciò avrà un inizio, ma pure una fine. Ecco un altro elemento di differenziazione.  Una parentesi di un anno. Un periodo di tempo limitato per immergersi in una nuova dimensione, ma per poi ritornare con i piedi a terra. In tutti i sensi.

Il protagonista di questa storia ha un nome: Alberto Di Stefano. Ha pure un lavoro (in ambito finanza) e pure gli piace. Certo quello che fa non è certo la sua passione, però è funzionale come mi illustra dettagliatamente Alberto nella sua categorizzazione del lavoro.

Sai secondo me ci sono due tipi di lavoro. Quelli che si possono considerare delle passioni… e senza entrare nell’arte, pensa ad un medico che salva i propri pazienti oppure ad un ingegnere che progetta e costruisce un ponte. Poi ci sono quelli, come il mio, come quelli della maggior parte delle persone che presentano aspetti dei quali si farebbe volentieri a meno, che ti fanno qualche volta odiare il lunedì, che però presentano dei vantaggi oggettivi che ti permettono di fare altre cose.

Siamo a gennaio del 2005 quando Alberto prende il largo. Inizialmente doveva essere un anno sabbatico con l’obiettivo dell’attraversamento dell’Atlantico in barca a vela. In teoria raggiunti i Caraibi sarebbe dovuto scendere per continuare il viaggio con altri mezzi. Se non fosse che, arrivato in questo primo paradiso, si accorge di una cosa che gli cambierà radicalmente la sua modalità di spostamento. Ci sono molte persone che sarebbero contente di ospitarlo sulle proprie imbarcazioni per continuare il proprio viaggio.