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giovedì 1 marzo 2012

Oggi ore 12

Oggi quando saranno le 12 un nuovo tassello di una grande avventura sarà ben posizionato sul tavolo dei sogni. Non sarà una magia, ma ancora una volta il lavoro di un gruppo di persone che credono in ciò che stanno facendo. Superando ostacoli, affrontando imprevisti ed evitando vicoli ciechi, approderanno tutti insieme in quello che è diventato un punto di arrivo, ma che presto potrebbe essere il luogo per una nuova partenza.


Sarà qui che tra entusiasmo e gioia, troveranno il giusto spazio e il tempo ideale per raccontare le loro storie. Tre mesi d'incontri, dove ogni giovedì uno di loro prenderà parola e susciterà le emozioni dei presenti. Racconti diversi, apparentemente molto lontani, ma ancora una volta sarà la passione il canovaccio seguito.


Terre lontane, progetti innovativi, valorizzazione dei talenti umani saranno questi i pilastri attorno ai quali le parole dei diretti protagonisti silenziosamente rumoreggeranno.


Per il momento è tutto. Comunque se vi sentite in sintonia con questi racconti, provate a collegarvi attorno all'ora di pranzo qui www.ilmecenatedanime.it/live/ , potrebbe essere che intercettiate qualche segnale. Positivo.

lunedì 19 dicembre 2011

Sogni Grandiosi

E' stata una serata molto divertente. Perché sapevo che avevo un orario da rispettare altrimenti sarei andato avanti ad oltranza. E' stata una vera e propria festa. Come quelle che si organizzavano alle superiori a suggello di un anno scolastico trascorso insieme ad amici. E di amici venerdì scorso all'Hotel Londra Palace di Venezia ce n'erano. Ce n'erano già stati e altri ce ne saranno. Il pubblico che ha assistito ai diversi appuntamenti con Il mecenate d'anime approda a Venezia. Gli ospiti che hanno partecipato e condiviso le loro storie con i presenti.


Un viaggio tra sogni ed emozioni durato tre mesi. Dodici incontri e ventisei protagonisti. Peccato che le emozioni non sia stato possibile quantificarle, perché ce ne sono state innumerevoli. Diverse. Straordinarie. Venerdì nel ripercorrere quanto è accaduto durante tutte queste serate ne ho avuto conferma. Sempre che ce ne fosse stato bisogno.


Sogni, creatività, innovazione, viaggi, cambiamento sono stati alcuni dei temi trattati. Un'unica costante ha accomunato ogni singolo appuntamento: la passione. Ed è così che a due passi da San Marco, si è avuto la possibilità d'incontrare "anime" solo per citarne alcune come Alberto Di Stefano che ha fatto il giro del mondo in barca-stop; Simone Perotti che ha deciso di riappropriarsi della propria vita dicendo Adesso Basta; Piero Formica che ha divulgato una nuova cultura imprenditoriale oppure Franco Bolelli che ha catalizzato i presenti con la sua vitalità.


E in tutta questa euforia di fine stagione, ho avuto modo di fare ciò che da tempo aspettavo. Lanciare la sigla finale del programma.


Un immenso grazie a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questi appuntamenti, partendo in primis da Alain Bullo, direttore dell'Hotel Londra Palace che ha aperto le porte del suo prestigioso salotto a quello che apparentemente poteva sembrare solo uno dei tanti sogni. Sogni grandiosi.


Ed ora vai con la sigla.


Arrivederci.




lunedì 14 novembre 2011

Una serata magica

Ogni incontro ha qualcosa di speciale. Unico. La differenza è fatta dalla persona. Dalla sua storia. Dalle emozioni che riesce a trasferire.


Ciò che è avvenuto venerdì scorso con Maria Gabriella Pasqualini presso l'Hotel Londra Palace di Venezia, è stato qualcosa che rasenta forse la magia. Se doveva succedere qualcosa di straordinario in quel giorno dalla data così particolare - 11/11/11 - è accaduto grazie alla sua presenza. Alle sue parole.


In questo viaggio tra sogno e realtà alla scoperta della maestosità di terre lontane del Medio Oriente, Maria Gabriella è stata l'interprete indiscussa di una rappresentazione che prendeva spunto della storia per parlare della vita.


I suoi studi, i suoi incarichi, i suoi libri e le sue fotografie, ma soprattutto i suoi ricordi. Accesi, forti, vivi e così pulsanti. Ecco come anche i dolori possono essere lentamente metabolizzati, per prendere forme comunicative diverse. Lasciando spazio alla scrittura oppure a scatti fotografi che immortalano nel tempo sensazioni e personali visioni. 


Ed è così che passando da Kabul a Nassirya, quelle che sembrano inquietudini lontane, assumono la forma di una ricerca e una continua crescita personale, che mette sempre e comunque al centro l'uomo. La sua umanità. La sua fragilità.


Maria Gabriella Pasqualini ha vissuto una storia che si è intrecciata volente o meno alla sua vita. Ma il suo libro non è ancora terminato. Sono ancora molte le pagine che deve ancora scrivere e fortunati saranno tutti coloro che le potranno ascoltare direttamente dalle sue vive parole.


Resta comunque il fatto che una serata magica è riuscita a regalare. E questo è un dono. Come un desiderio esaudito dal grande Genio della Lampada.


Con affetto.


Di seguito "l'atto onirico" dell'incontro con Maria Gabriella Pasqualini, dal titolo Sognando Firuzeh. Mentre ai seguenti link potrete rivedere l'intera serata suddivisa in due parti: parte prima e parte seconda.




lunedì 7 novembre 2011

La sua Africa

Testardo, concreto e simpatico. 
Potremmo riassumere così il Simone Mura che venerdì scorso ha raccontato la sua storia all'Hotel Londra Palace di Venezia per la serata de "Il mecenate d'anime".


Testardo nell'accezione positiva del termine. Non molla. Non si tira indietro. Anche davanti a situazioni poco favorevoli difficilmente demorde.
Concreto perché fa. Se bisogna intervenire, procede. Di fronte all'imprevisto, reagisce. Di fronte al previsto che ha regole eccessivamente rigide, agisce.
Simpatico perché nonostante una presenza fisica non indifferente, che potrebbe creare qualche remora in chi lo incontra, lui è un bravo ragazzo. Con la battuta pronta quando serve. Con un sorriso da dispensare al bisogno. Con un cuore sempre in ascolto. 


Ed è così che la sua scelta personale di mollare tutto per intraprendere il percorso di missionario laico, ha suscitato interesse, curiosità, ma soprattutto stima. 


Simone Mura ha presentato la sua Africa o per meglio dire il suo Mozambico, terra che lo ha accolto in questo suo cammino di dare e di fare per gli altri. Non per essere un eroe, ma per intraprendere qualcosa che sente suo. Una scelta naturale di una persona normale, forse solo un po' più attento a ciò che gli accade attorno.


Da poco è rientrato in Italia. A breve ripartirà. E' qui solo per una pausa. Per prepararsi. Ha una nuova sfida da affrontare. L'obiettivo è quello di portare in Africa le sue conoscenze legate all'informatica e alla matematica. Vuole insegnare. In bocca al lupo Simone, anche se conoscendo la tua determinazione, non avrai bisogno di fortuna per realizzare anche questo.


Intanto grazie per averci portato con le tue parole non solo in viaggio nel continente nero, ma anche a capire meglio alcune dinamiche di cosa voglia dire fare il missionario laico in Africa.


Arrivederci.


Di seguito un breve stralcio della serata con Simone Mura. L'intero incontro è possibile rivederlo da questo link.




lunedì 31 ottobre 2011

Raccontare è l'unico modo per salvarsi

E' il suo motto. Non so se sia l'unico modo, ma sicuramente è tra i più piacevoli. Per chi racconta. Per chi ascolta.


Comunque sia, chi era presente venerdì scorso all'Hotel Londra Palace di Venezia all'incontro con il cantastorie Marco Ballestracci, accompagnato dal virtuoso clarinettista Roberto Scalabrin, ha potuto assistere a qualcosa di speciale.


Le parole si sono alternate alla musica. La musica si è alternata alle parole. Questi due elementi si sono mischiati tra loro con il fine ultimo di raccontare. Raccontare storie. Trasferire emozioni.


Se è vero che Il mecenate d'anime è un riflettore puntato su tutte quelle persone apparentemente diverse, ma tutte accomunate da una grande passione nel portare avanti i propri progetti e le proprie idee, Marco Ballestracci ne è l'esempio concreto. Lui è una concatenazione di passioni. Passioni che ha saputo portare avanti egregiamente. Partendo da quando ha iniziato a fare radio. Passando a quando ha iniziato a scrivere di musica e in particolar modo di blues, per poi arrivare al suo essere cantante e musicista di armonica a bocca, condizione di privilegio che lo ha portato con la sua band a girare dentro e fuori l'Italia.


Ma questo ragazzo fortunato, che nella vita quello che ha voluto fare ha fatto, con il suo atteggiamento all'insegna di un continuo apprendimento ha intrapreso pure un percorso letterario d'eccellenza. Prima con storie di blues come "Il compagno di viaggio" e "Blues Padano". Poi che delle vere e propri dediche d'amore nei confronti dello sport con "A pedate" e "L'ombra del cannibale". Infine con il suo ultimo libro dal titolo "La storia balorda".


Con lui sul palco de Il mecenate d'anime c'era il maestro Roberto Scalabrin. Un'altra anima, che ha fatto della musica non solo una brillante professione (primo clarinetto  del Teatro alla Scala con Riccardo Muti), ma anche una ragione di vita e un modo per comunicare i propri sentimenti. Oltre le vibranti sensazioni trasmesse con il suo strumento, è riuscito a trasferire le emozioni di un progetto come "Suoni Versi Colori Sapori", del quale è stato direttore artistico e ha visto un gruppo artisti (lo stesso Ballestracci ne ha fatto parte) mettersi insieme, confrontarsi e collaborare. Modalità questa, quella di aggregare talenti che arrivano da estrazioni artistiche diverse, mantenuta con la nuova iniziativa denominata "Da uno a dieci".


Che spettacolo di serata. Che spettacolo che è la vita. Grazie Marco. I miei omaggi maestro Scalabrin.


Di seguito due momenti di questa serata. Nel primo il cantastorie e armonicista blues Marco Ballestracci insieme al clarinettista Roberto Scalabrin interpretano un poesia di Ernesto Calzavara dal titolo "Orbo a Venezia". Nel secondo Marco Ballestracci racconta una storia legata al ciclismo, ai campionati del mondo del 1972, con protagonista l'atleta toscano Franco Bitossi. Mentre l'intera serata è possibile rivederla da questo link.







lunedì 24 ottobre 2011

L'America in Vespa

Doveva essere la presentazione di un libro
Doveva essere il racconto di un viaggio
Doveva essere una nuova serata de Il mecenate d'anime.


Tutto ciò è stato. Molto di più è capitato.


E' successo che la componente emozionale ha preso il sopravvento su quella descrittiva cronologica. Che le sensazioni di un viaggio si sono allargate alle percezioni della vita. Che le parole si sono trasformate in immagini per alcuni e sogni per altri.


Ed è così che Giorgio Serafino e Giuliana Foresi hanno raccontato l'impresa compiuta in sella al loro Generale Lee, la Vespa 50 del 1978, attraversando la Route 66 da Chicago a Los Angeles.


Impresa che Giorgio è riuscito magistralmente a mettere su carta con il libro "L'America in Vespa" (ed. Mursia) e che venerdì scorso presso l'Hotel Londra Palace di Venezia, insieme alla compagna Giuliana (o Giulia come affettuosamente la chiama lui), ne sono stati ricordati alcuni piacevoli momenti.


E' stata una serata dove tutti i presenti hanno potuto compiere un fantastico viaggio. Dove la fantasia ha permesso di essere partecipi di un coast to coast dal grande fascino. A bordo di un mezzo dal grande fascino.


America. Vespa. Ma soprattutto incontri. Quelli fatti da Giorgio e Giuliana durante il loro viaggio. Quello fatto dal pubblico incontrando due persone come loro. Spiriti liberi. Anime nobili.


Giorgio, Giuliana e il Generale Lee. Emozioni, tra terra e asfalto.


Di seguito un breve spezzone dove Giorgio Serafino e Giuliana Foresi, simpaticamente raccontano di come possa cambiare rapidamente il tempo sulla Route 66. Mentre l'intera serata potete rivederla a questo link.






lunedì 3 ottobre 2011

Il valore delle idee

Nicola Farronato e il prof. Piero Formica
Ad un certo punto parte un applauso spontaneo da parte del pubblico. E' rivolto a loro. Alle loro storie. A quello che hanno fatto. A quello che hanno detto (a come lo hanno detto).

Parlare di innovazione, di imprenditoria, di idee e di conoscenza, lo si può fare utilizzando tecnicismi. Riportando insegnamenti. Riprendendo schemi, teorie e riciclate presentazioni. Lo si può fare anche banalizzando il tutto. Utilizzando il termine innovazione come intercalare di frasi preconfenzionate. Ma è possibile farlo anche parlandone come ne hanno fatto il professore Piero Formica e lo startupper Nicola Farronato, venerdì scorso al Londra Palace con Il mecenate d'anime.


Piero è riuscito a rendere semplice ciò che semplice non è. E' riuscito a parlare di economia prendendo spunto dalla filosofia. Ha commentato fatti quotidiani facendo riferimento alla storia. Ha discusso di tecnologia introducendo la fantasia.


Nicola ha emozionato raccontando del suo percorso professionale. Ha entusiasmato parlando dei suoi progetti realizzati. Ha fatto sognare descrivendo quello che oggi sta portando avanti.


Se fossi stato un giovane laureando e avessi potuto assistere a questo incontro, avrei ringraziato per gli stimoli ricevuti da una serata come questa. Se fossi stato un adulto a fine carriera, mi sarei commosso nel vedere che c'è ancora chi è in grado di divulgare conoscenza e chi è in gamba a tramutare questa conoscenza in idee prima e lavoro dopo.


Ero solo il moderatore di quella serata. Non ho potuto far altro che unirmi agli applausi del pubblico.


Complimenti professor Formica. Bravo Nicola.


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mercoledì 28 settembre 2011

Riqualificazione urbana partecipativa

E' possibile pensare di riqualificare aree urbane attraverso un lavoro collettivo?


Interventi low budget sul territorio possono rendere più vivibili alcuni luoghi?


Entrambe le risposte sono affermative. La dimostrazione l'ha data ieri il progetto d'arte pubblica denominato Angolazioni Urbane. Sei artisti - Videotrope (Roberto Sartor e Matteo Stocco), Neil Kidgell, Valentina Ciarapica con Claudia Rossini ed infine Giulia Filippi -  coordinati dal collettivo Tri.P Group composto dagli amici de Il mecenate d'anime Carlo Tinti e Alvise Giacomazzi con Alessandro Bellinato, si sono messi alla prova su quattro aree ben specifiche nella zona di Porto Marghera a Venezia.


L'obiettivo era quello di migliorare attraverso degli interventi contenuti in termini economici, ma non in termini creativi e qualitativi, queste suddette aree urbane in modo tale da creare una connessione positiva tra chi vive o attraversa quei luoghi e i luoghi stessi.


Un lavoro interdisciplinare dove gli artisti e i curatori si sono confrontati per realizzare un progetto artistico eterogeneo in grado di dimostrare che è possibile rigenerare aree urbane circoscritte spesso lasciate nel dimenticatoio.


Questo progetto realizzato dall'Assessorato alle Politiche giovanili e pace del Comune di Venezia in collaborazione con l'associazione culturale LiveOutsideinVEnice, presentato ieri a Forte Marghera rappresenta l'arrivo di un percorso iniziato nel 2008 e che ora avrà come vetrina la prossima Biennale dei Giovani Artisti dell'Europa e del Mediterraneo che si terrà a Salonnico dal 7 ottobre al 6 novembre 2011.


Bravi ragazzi!

martedì 20 settembre 2011

Un'altra delle sue

Dina Fontanin Viggiano durante l'omaggio che l'Università Cà Foscari le ha  voluto attribuire, venerdì 16 settembre 2011


Che fosse in gamba non avevo dubbi, ma dopo quello che è riuscito ad organizzare inizio a pensare che sia un fenomeno.


Nemmeno il tempo di riprendersi dal suo primo IdF Silicon Valley Tour, che mi chiama al telefono per raccontarmi qualcosa che assomiglia più ad una trama di un film che ad una storia vera. La curiosità è così sollecitata che non posso astenermi. Dopo qualche giorno, per la precisione venerdì scorso, mi ritrovo a Cà Foscari per quello che è stato il Dina Viggiano Day.


Proprio così, colei che è stata per diverso tempo a partire dagli anni '50, insegnante d'italiano a Stanford e ha accolto nei migliori dei modi i tanti ospiti e studenti italiani che passavano per Casa Italia, si ritrova nella sua Venezia.


Dina Fontanin Viggiano è una carica di energia e di simpatia. Racconta con minuzia di particolari alcuni degli incontri avvenuti durante quel periodo. Da Giulietta Masina ad Umberto Eco, passando dall'artista Michelangelo Pistoletto. E' una miniera di aneddoti, ma non solo. Dina Viggiano è anche un tassello fondamentale di quel ponte Italia-Silicon Valley, un ponte con la California del quale lei ha contribuito a gettare le basi.


Venerdì scorso l'Università Cà Foscari ha reso omaggio a questa concittadina emigrante. Un gesto che potrebbe essere anche l'inizio per un gemellaggio tra la prestigiosa Università veneziana e l'altrettanto ateneo di Stanford.


Al di là di tutto ciò, tornando a colui che è riuscito ad organizzare questa impresa, Roberto Bonzio - ideatore del progetto multimediale Italiani di Frontiera e amico de Il mecenate d'anime - non vi svelo il dietro le quinte di come è nato il suo incontro con Dina Viggiano. Ha qualcosa dell'incredibile, ma soprattutto è bello sentirlo raccontare direttamente da lui.


Bravo Roberto e i nostri omaggi a Dina Fontanin Viggiano.


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domenica 4 settembre 2011

Buona la prima

Al centro Andrea Bettini (Il mecenate d'anime) con i due testimonial della serata: Barnaba Ungaro (giornalista RAI) a sx e Fabio Guzzano (direttore creativo della web agency Upgrade Multimediale) durante la serata di presentazione dell'iniziativa "Il mecenate approda a Venezia" presso l'Hotel Londra Palace di Venezia - ph. by Alfredo Montresor


E' bastato l'attracco del battello a San Marco per farmi capire che il nome dell'evento calzava alla perfezione. "Il mecenate d'anime approda a Venezia". C'eravamo. Lo scatto della reflex di Alfredo Montresor mentre m'incammino all'Hotel Londra Palace mi fa pensare che da quel momento il sogno sarebbe stato immortalato come realtà. 


La stretta di mano al mio arrivo con Alain Bullo, direttore dell'albergo, sancisce l'unità d'intenti già proclamata nel momento di dare vita a questa iniziativa. L'abbraccio con gli amici accorsi stempera la tensione presente. Gli sguardi delle altre persone giunte fino lì ravviva la concentrazione. Cercare di dare il meglio di sé. Poi arrivano anche i due testimoni della serata: Fabio Guzzano (direttore creativo di Upgrade Multimediale) e Barnaba Ungaro (giornalista RAI). Con loro, con la loro presenza aumenta la fiducia nell'affrontare questa nuova avventura.


Alain Bullo a sx direttore dell'Hotel Londra Palace con "Il mecenate d'anime" Andrea Bettini


Un grosso sospiro e poi si parte. Le prime parole escono intimidite. Poi ad ogni pausa il tono aumenta. Non solo quello. Aumenta pure la consapevolezza di essere lì non a caso. E' il frutto di un percorso. Tutta la serata è il traguardo di un viaggio iniziato ormai da un pò di tempo. Paure, incertezze e dubbi, lasciano il posto all'idea, al pensiero e alle storie che costituiscono l'anima di questo progetto. Proprio così l'anima de "Il mecenate d'anime". Sembra un gioco di parole, ma non lo è. Semmai è la vittoria del lieto fine. Anche se tutto ciò è ancora una volta un nuovo inizio.


Buona la prima. Ora a venerdì prossimo, per far ballare i presenti con la musica delle emozioni.

lunedì 1 agosto 2011

A settembre tutti presenti!

E' tempo di partire. Anche ILBETTA ON AIR si prende la sua pausa vacanziera. Si torna a settembre. Sarà un rientro scoppiettante. Segnatevi questi numeri: 2, 9, 16, 22 e 30. Fatto? Ora potete giocarveli al lotto oppure fissarli ben in evidenza sul vostro calendario aperto sul mese settembrino.

In quei giorni prenderanno vita una serie d'incontri. Il mecenate d'anime supererà i confini del web. Lui in compagnia di alcune delle sue anime saranno presenti presso la splendida cornice dell'Hotel Londra Palace di Venezia, per dar vita a storie fino ad oggi raccontate su www.ilmecenatedanime.it.

Per scoprire l'intero programma potete consultare la pagina "Il mecenate d'anime sbarca a Venezia".

A questo punto non mi rimane che augurarvi delle buone vacanze e darvi appuntamento a settembre. 

Io ci sarò!

giovedì 2 giugno 2011

Impara l'Arte

E' iniziata. O meglio ufficialmente al pubblico apre sabato 4 giugno, ma da ieri è iniziato il vasto programma vernice per stampa e operatori.


Conferenze stampa. Inaugurazione dei diversi Padiglioni. Flash dei fotografi. Ressa di giornalisti. Artisti molti. Curiosi e mondanità. Già perché la Biennale d'Arte è anche questo. Eventi e feste molto esclusive. C'è sempre qualche milionario russo o giù di lì, invaghito per l'arte.


ILLUMInazioni è il titolo di questa 54. edizione. Bice Curiger, storica e critica d'arte, ne è la curatrice. Proprio la luce, sarà l'elemento cardine di questa Biennale. La luce che viene generata dall'incontro con l'arte. L'esperienza illuminante, come la stessa Curiger cita durante una sua presentazione. Senza naturalmente rinunciare al richiamo dell'età dell'Illuminismo.


Comunque sia, girando tra i Padiglioni distribuiti tra Giardini e Arsenale, per i meno avvezzi all'arte rimane sempre quel duplice sentimento. Stupore e compiacimento da un lato. Imbarazzo e incomprensione dall'altro. Soprattutto di fronte a certe opere, il rischio che uno prenda il sopravvento sull'altro è forte.


Qui naturalmente si apre una grossa diatriba. Che cosa è l'arte contemporanea. Per chi è privo, come me, di una preparazione artistica, l'unico criterio di valutazione a disposizione è l'emozione. Un'opera è bella, al di là delle sue fattezze estetiche, se riesce a trasferire qualcosa. Se riesce ad accendere, a proposito di luce, quella dell'emozione. Se non succede questo, almeno per me, rimane una cosa a sé. Magari una provocazione. Priva di ogni stimolo.


Per concludere, non nascondo che quando entro ad una Biennale d'Arte, aleggiano sempre allegramente gli spiriti di Alberto Sordi e Anna Longhi (quest'ultima scomparsa un paio di settimane fa) nell'episodio Le Vacanze Intelligenti dal film "Dove vai in vacanza?".


Aò.




mercoledì 13 aprile 2011

A tempo di musica



Giornata splendida. Tiepido sole all'altezza degli occhi. Morbido vento sui capelli ribelli. Tra poco l'attracco a S. Marco, nel frattempo m'intrattengo nell'osservare i passeggeri a bordo. Età diverse. Professioni diverse. Nazionalità diverse. Pensieri più disparati. In ogni sguardo una storia. In ogni gesto un segno che s'immortala nel tempo.


Ad un tratto in cuffia mi parte un brano inaspettato. La funzione random del lettore ha fatto il suo dovere. Già dalle prime note capisco che sta per accadere qualcosa. Mi viene voglia di ballare. A stento mi trattengo. 


Con il proseguire della canzone, aumenta la tentazione di coinvolgere tutti i presenti. Una coreografia. Improvvisata, ma perfetta. Piroette. Braccia alzate. Gambe in movimento. Sorrisi. Tanti sorrisi.


Addirittura qualcuno prova a cantare. Altri a suonare. A tempo di musica il ritmo della vita sembra assumere nuovi slanci. Anche quel signore laggiù, quello salito per ultimo, quello che sembrava già arrabbiato con il mondo già alle 9 del mattino, ora lo vedo tremendamente allegro.


Sono arrivato. Finisce pure la canzone. Anche l'immaginazione giunge al capolinea.


Scendendo dal battello imbatto in un cartello: "Moving the City". E' datato una decina di giorni fa. Ho sbagliato tutto sono in ritardo. Ciò che io ho pensato è stato veramente fatto. La Biennale Danza mi ha anticipato. La danza sui battelli è già stata fatta due week end fa. 


Vabbé, magari il prossimo anno mi candido come ballerino.


Intanto vi lascio alla canzone che mi ha creato questa piacevole suggestione (... andando attorno al minuto 2 vedrete anche la coreografia immaginata).




giovedì 21 ottobre 2010

La casualità d'essere Renzo Di Renzo - Parte terza


Tu sei fondatore anche di HEADS Collective. Che periodo è per le agenzie di comunicazione?
Abbiamo la fortuna per lavorare per grandi marchi. E’ indubbio però che con la crisi economica si siano verificati nelle aziende dei tagli di budget alla comunicazione notevoli. Quindi capita che ci siano richieste importanti da parte dei clienti che non trovano il giusto corrispettivo economico. Il rischio è che si radichi l’abitudine a sottopagare un lavoro spesso articolato.

A proposito di comunicazione, cosa ne pensi della polemica legata alle affissioni pubblicitarie a Venezia?
Credo che ci siano cose più brutte delle affissioni. La gente dovrebbe scandalizzarsi di più per i tagli alla cultura. L’intervento dei privati è necessario. Come diceva uno degli ultimi ospiti che abbiamo avuto in Fondazione, il rischio altrimenti è che il pubblico diventi privato. Che la gente venga privata delle immense bellezze artistiche che vengono parcheggiate in stanze inadatte perché non ci sono i soldi per ristrutturare importanti spazi espositivi.
Per quanto riguarda le affissioni a Venezia, si tratta solo di adottare una modalità di linguaggio conforme alla città. Le aziende devono contestualizzare il loro messaggio pubblicitario e questo se non raggiunge determinati criteri qualitativi prestabiliti non può essere affisso.

Veniamo all’insegnamento. Cosa rappresenta per te?
E’ un modo per stare attaccato ai giovani. Insegnando all’Università da un lato apporto agli studenti la mia esperienza, quello che ho maturato sul campo del mondo del lavoro. Dall’altro ricevo da loro entusiasmo, energia, voglia di fare e poi non ti nascondo, che durante le ore di laboratorio del corso di design/management e comunicazione d’impresa, i ragazzi mi hanno presentato delle proposte che tranquillamente potrebbero trovare commercializzazione da parte di qualche azienda”.

Ma tra scrittura, la Fondazione Claudio Buziol, il tuo studio e l’insegnamento all’Università di San Marino, trovi il tempo per qualcos’altro?
Oltre la famiglia e le uscite in mountain bike, ci sono altri progetti in cantiere. Il prossimo in uscita sarà Treviso Design. Ufficialmente sarà inaugurato il 2 dicembre e rappresenta la volontà di raggruppare varie situazioni ed iniziative di design presenti nella provincia, sotto un unico modello di sviluppo, in modo tale da non aver dispersioni in un settore in forte fermento.

Prima di lasciarci non posso non farti questa domanda. Ma sotto sotto, cosa ti senti di essere?
Un editore. Cerco di presentare contenuti di qualità attraverso modalità diverse e gran parte del merito va ai giovani brillanti che incontro.

Lascio Renzo e la Fondazione. Me ne torno a camminare per le calli. Me ne torno a viaggiare con i pensieri. Quasi per caso Renzo DI Renzo si è ritrovato ad essere quello che è. Quasi per caso io mi ritrovo a raccontare la sua storia. Quasi per caso qualcuno oggi troverà la propria strada. E questo è un augurio.

martedì 19 ottobre 2010

La casualità d'essere Renzo Di Renzo - Parte prima


Spesso abbiamo una visione parziale e riduttiva delle persone.
“Ah, tu fai questo, quindi sei questo”. Dimentichiamo che un individuo è costituito da un insieme di passioni, interessi e predisposizioni che ne fanno un soggetto piacevolmente variegato.

Se poi si ha la fortuna d’incontrare qualcuno che di natura è poliedrico, si ha la certezza che le etichette hanno diritto di esistere solo sui faldoni di un archivio.

Sono le 9.30 a Venezia. Ho appena attraversato una Piazza San Marco ancora non troppo gremita di turisti e con il sole che illuminando le calli, porge il suo buongiorno ad una Serenissima ancora assonnata.

All’inizio di Strada Nuova si affaccia sul Canal Grande uno dei tanti e meravigliosi palazzi di questa città. Al secondo piano di esso vi è un luogo magico. Un luogo che vuole ricordare La Forza del Sogno di un imprenditore illuminato. Un luogo che vuole promuovere i sogni di tanti giovani artisti e talenti. Si tratta della Fondazione Claudio Buziol e ad accogliermi c’è il suo direttore artistico: Renzo Di Renzo. E’ con lui che andremo a testare le tante sfaccettature di un essere umano.

Ci accomodiamo in una stanza che accoglie molti degli avvenimenti ed incontri della Fondazione. Osservo Renzo in questa sala settecentesca. Il contesto gli si addice. Con abiti d’epoca, potrebbe tranquillamente impersonificare un nobile del passato.

Iniziamo a conversare. Partiamo dalla fine in termini temporali. Un libro. La Musica è il mio radar. Massimiliano Nuzzolo ne è il curatore. Renzo Di Renzo uno degli autori con un suo racconto.

Questo è un progetto che premia la passione di chi l’ha portato avanti, Massimiliano Nuzzolo. Già fautore di altre interessanti iniziative, è un ragazzo in gamba, che stimo. Avevo un racconto rimasto fuori dal mio precedente libro (Motivo Privato edito da Marsilio, ndr) legato alla musica. A questo aggiungiamo che l’intero ricavato sarà devoluto alla AMREF per finanziare dei progetti in Africa, diciamo è stato un piacere parteciparvi.

Ma che rapporto ha Renzo Di Renzo con la scrittura?
Per fortuna non è il mio mestiere” mi dice sorridendo. “Anche se ho pubblicato quattro libri, non mi considero uno scrittore. Scrittore è colui che fa solo ed esclusivamente questo, vivendo di ciò. Io non ho i tempi e la loro costanza. Mi sono ritrovato, come per tante altre cose, un po’ per caso a pubblicare un primo libro. Sollecitato dalle persone che mi stanno attorno. E’ andata bene. Però la scrittura rimane una passione. Una delle modalità per esprimermi”.


mercoledì 4 novembre 2009

Allarme acqua alta

Vento, presente.
Pioggia pure.
Previsioni maree confermate.
Squarcio delle sirene in piena notte, udito.

Non manca nulla e il livello dell'acqua inizia ad alzarsi. La punta massima dovrebbe arrivare attorno ai 110 cm. Domani idem. Dopo domani ancor peggio. Diciamo che per l'intera settimana ci sarà da divertirsi.

Un rituale ormai consolidato. Stivali alti da pescatore preparati. Ripasso mentale, delle strade alternative per raggiungere i luoghi di destinazione, fatto. Se non fosse per i danni che sistematicamente provocano le maree eccezionali, il tutto potrebbe avere un suo fascino. Non per altro durante queste giornate s'incontrano turisti eccitati come se fossero all'Acquafan di Riccione. Anche per qualche giovane locale può essere fonte di giovamento, qualora l'audacia lo porti con gesti di antica cavalleria a portare in salvo qualche giovane donna, che nell'impossibilità di affondare le proprie decoltè con il tacco, gli si aggrappa sulla schiena per traghettare da una calle ad un'altra, nei punti più impervi.

Resta il fatto comunque, che in questi giorni la vita in laguna già di per sé atipica, raggiunge la sua massima espressione di unicità.
Per fortuna "a breve" il M.O.S.E ci salverà e tutto questo sarà solo un ricordo per i nostri figli. Nel frattempo proporrei solo di sostituire l'angosciante sirena che segnala il fenomeno dell'acqua alta, attualmente più assimilabile con quella degli attacchi dei bombardiere durante la seconda guerra mondiale, con qualcosa di più orecchiabile, non so, Un profumo di mare cantata da Little Tony nella sigla di Love Boat di parecchi anni fa non sarebbe male.
Che dite?



mercoledì 15 luglio 2009

La Casbah veneziana

Gente. Tanta gente. Anche troppa gente.
Borse extra large di boutique che ti sbattono dritte dritte sulle ginocchia. Valigie a mano che affondano sul femore. Ruote di passeggini che ti passano spietatamente sui piedi.
All'incrocio di alcune calli, improvvisamente può capitare che il flusso di persone si blocchi irrimediabilmente e allora si può dire addio alla puntualità.

Questa è la situazione che si presenta a Venezia in questi giorni, in particolar modo nella zona delle Mercerie, dove c'è la maggior presenza di negozi e grandi marche.

Febbre da saldi? Può essere, anche se poi sbirciando all'interno delle diverse attività commerciali non si vede una così accentuata affluenza.
Picco di turisti? Certo per carità sorpresi orientali e ricchi russi se ne vedono, ma non più del periodo natalizio o del carnevale.
Manifestazioni particolari? Sì, è aperta la Biennale Arte che sembra una delle edizioni più visitate negli ultimi anni, poi il prossimo fine settimana si festeggerà anche la festa del Redentore, però per la città lagunare è all'ordine del giorno avere eventi importanti.

E allora? Forse è solo questione di caldo. Proprio così la maggiore umidità di questi ultimi giorni e le previsioni di un caldo libico in arrivo, magari ci fanno essere più irascibili e qualche borsettata in più che riceviamo ci sembra un'anomalia.

Per fortuna ci sono i battelli. Lì troveremo il giusto refrigerio, perfettamente ammassati tra una comitiva di americani e un gruppo di giovani australiani con gli zaini in spalla.

Photo Credits

venerdì 9 gennaio 2009

Il Viaggio Mistico


India, Tibet, Santiago di Compostela. Niente di tutto questo. E’ un tragitto molto più breve, ma ugualmente intenso. E’ il viaggio che faccio dalla terra ferma all’isola, attraversando la laguna.
Tronchetto – Lido di Venezia in ferry boat.

E’ il mio lento cammino di rientro verso casa dopo una giornata di lavoro. La macchina è ferma, ma tutto si muove, pensieri compresi. Anzi, sono proprio loro ad avere un’accelerata. Progressiva, fluida, armoniosa.

E’ in questo percorso verso una meta precisa, che affiorano alla mente nuovi stimoli ed idee. Basta ascoltarsi, mentre lo sguardo ricerca la linea di demarcazione tra l’acqua e il cielo. I colori della sera accendono la fantasia. Le luci del tramonto fanno sognare.

Trenta minuti. Non di più è la durata di questo viaggio che mi fanno riconciliare con me stesso e con il mondo.

mercoledì 12 novembre 2008

Venezia, la luna e tu

Ponte dell’Accademia, ore 22 circa.
Abbiamo appena lasciato una coppia di amici dopo una piacevole serata in un bacaro. Siamo in libera uscita e da un po’ che non ci permettiamo il lusso di lasciare i bimbi con la nonna e dedicare un po’ di tempo solo a noi due.

L’aria è fredda, ma non pungente. Il cielo è di rara limpidezza. Il vento del pomeriggio ha spazzato via ogni nube all’orizzonte. Qualche metro sopra l’Abbazia della Salute troneggia una luna completamente piena. Sorrido l’ultima volta che l’avevo vista con il mio piccolo, mi aveva detto che era stato lui ad issarla, lassù nel profondo blu.

Ci fermiamo ad ammirare questo spettacolo. E’ talmente tutto bello che sembra la scenografia di un film hollywoodiano. Tutta questa maestosità ci fa trattenere le parole. Qualunque frase potrebbe risultare inappropriata.

Mentre la luna si rispecchia compiaciuta sul Canal Grande, mi viene spontaneo abbracciare mia moglie, ho quasi una vertigine, non si è più abituati a situazioni di questo tipo. La guardo in viso e con il cuore pulsante faccio partire un unico intenso grande bacio.

Ad un tratto il silenzio viene squarciato dal trillo di un telefonino. E’ quello di mia moglie. Il display dice CASA. E’ mio figlio che vuole sincerarsi che gli portiamo il Gormita che gli avevamo promesso.

Si torna sulla Terra. Il viaggio sulla Luna, almeno per oggi è terminato, ma è stato alquanto piacevole.

venerdì 24 ottobre 2008

Gruppo Vacanze Piemonte


Ma vi siete mai chiesti chi organizza le gite turistiche per comitive in pullman? Non tanto l’agenzia o la struttura che si occupa degli aspetti pratici, bensì chi un giorno si è svegliato e dalla sua testa ha partorito questa brillante idea.

Vivendo a Venezia, una delle mete più visitate al mondo, mi capita con una certa frequenza d’incrociare questi gruppi vacanze all’altezza del Tronchetto. Sì, perché è proprio questo il primo squarcio che ha il piacere di ammirare chi arriva in pullman. E’ questo il suggestivo luogo di scambio, dove parcheggiano i bus e le comitive vengono depositate sui motoscafi per raggiungere il cuore della città.

Ed è in questi frangenti che mi soffermo sugli sguardi di questi malcapitati, già visto che più che una vacanza sembra un trasferimento in blocco di prigionieri verso un carcere di massima sicurezza.

L’età media non è particolarmente bassa. La provenienza, specie negli ultimi periodi, è dell’est Europa. Certo che mi fanno molta tenerezza se penso che magari sono solo all’inizio del loro percorso, visto che tra 6/7 ore torneranno sul pullman. Già perché il pacchetto 'O Paese D' 'O Sole prevede di toccare almeno le principali città d’arte.

Next stop Firenze.