Visualizzazione post con etichetta giovani. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta giovani. Mostra tutti i post

mercoledì 4 luglio 2012

Limiti di età

I valori di confine sono sempre in agguato. "Sei troppo vecchio per fare questo!". "Sei troppo giovane per poter fare quest'altro!". In un attimo un valore puramente anagrafico abilità o meno le proprie capacità. E spesso questi numeri nemmeno vengono applicati per chi sa quale disciplina sportiva, che a ragion veduta o meno, potrebbero essere giustificati, ma sull'espressione della propria indole, lo sviluppo di un'idea o più semplicemente l'esternazione di un pensiero. E' proprio questa la cosa grave, il pensiero che viene messo continuamente in discussione. Perché arriva da persone prive di esperienza vista la giovane età. Perché il portavoce, oramai troppo anziano, è inadeguato rispetto ai soggetti che fa riferimento.


Ecco che così vengono issate barriere. Ecco che in questo modo si generano limiti inesistenti. Ecco che attraverso la pigrizia mentale di alcuni, si spengono definitivamente i desideri e le passioni degli altri. E mentre nuovi più stringenti confini vengono fissati, progetti concreti si trasformano prima in sogni e poi in ricordi pregni di rimpianti.

lunedì 23 maggio 2011

Paura, conoscenza e scogli

Ho appena terminato di vedere uno spaccato di vita reale. Niente insulti. Nessun proclamo. Non c'erano voti da accaparrarsi. Bensì storie, speranze e tanti difficoltà. La Gabanelli con Report è riuscita ancora una volta a presentare quali sono le vere problematiche di un Paese che non è in grado di sostenere la sua più grande ricchezza: i giovani.


Mentre passano i racconti di tanti talenti italiani che hanno dovuto abbandonare la penisola per costruirsi un futuro professionale (e privato), il teatro della politica continua il suo cabaret elettorale.


E pensare che venivo da un fine settimana esaltante. Un video di Chris Anderson, proiettato in una gremita sala della Fondazione Querini Stampalia, dava il benvenuto al TEDx Venezia. Dopodiché in un susseguirsi di positive emozioni, gli speakers prendevano parola sul tema Art & Management.


Già proprio così si è parlato di arte. Arte come mezzo di comunicazione. Arte come cultura. Arte come modo per innovare. E perché no, arte come strumento di reddito. Come incremento del PIL di una nazione. Peccato che anche questo, sia un tema che non interessa veramente alla nostra classe dirigente. 


Ancora una volta la contrapposizione. L'energia - giovani/arte/creatività - che si scontra con l'inerzia. Politica lontana da un mondo reale.


Ma sono fiducioso. Paura, conoscenza e scogli sono le tre parole con le quali si è conclusa questa prima sessione veneziana di TED. Tre parole che se ben analizzate permettono di guardare avanti. Di affrontare in modo determinato i propri progetti. 


L'importante è superare le ansie iniziali intrinseche nell'intraprendere un percorso. Non aver paura di sbagliare. Non aver paura di qualcosa di nuovo.


Mai smettere di imparare. Alimentare in modo continuativo le proprie curiosità. Conoscere per ampliare i propri orizzonti.


Ed infine gli scogli. Individuati, è necessario superarli. Anche le montagne più insidiose, non sono nulla rispetto alla forza dei sogni.


Ce la possiamo fare. Ce la dobbiamo fare.

venerdì 18 febbraio 2011

Ascoltando Sanremo - Parte terza (perché non c'è 2 senza 3 e poi basta!)

17 gradi. 50 mila persone sugli spalti. Eye of the tiger di Rocky in sottofondo... in attesa del o' surdato 'nnammurato. Questo è quello che succede allo stadio S. Paolo prima dell'inizio di Napoli - Villareal. 


Ma forse non è di questo che dovevo parlare.


Scorrono le immagini di un Ministro della Repubblica che con fare furbetto scalcia un giornalista facendo finta che sia successo il contrario. Il giornalista viene allontanato dalla sicurezza. Intanto nello studio di Santoro hanno inizio le discussioni.


Ma nemmeno di questo volevo parlare.


Ecco ora ricordo. Dovevo raccontare l'ascolto della terza puntata del Festival di Sanremo. Sono un po' imbarazzato, perché di musica c'è ben poco da dire. E pensare che mi hanno pure preso in contropiede, iniziando alle 20.40.


Commentare l'ascolto di come sono state interpretate canzoni storiche, per onorare il 150° dell'Unità d'Italia, mi è difficile, se non impossibile. L'unico onore è stato assistere alla lectio magistralis di Roberto Benigni. Ma in questa sede mi ero ripromesso di parlare  solo di musica.


Quindi a questo punto facciamo un volo temporale e arriviamo a mezzanotte meno un quarto, quando si è esibito il primo dei quattro giovani della serata. Micaela, 19 anni, bella voce, ma canzone piuttosto mediocre. Un sussulto solo all'inizio del brano, che mi ha fatto pensare che volesse intonare Uomini soli dei Pooh. Fortunatamente mi sbagliavo.


E' il turno di Roberto Amadé. Sonorità da opera musicale. Notre Dame de Paris o giù di lì. Però non riesce a graffiare. Si fa presto tornare alle semplicità sonore. Si chiamano Btwins e sono due fratelli. Sono giovani. L'unica attenuante ad una canzone dal sapore adolescenziale, non particolarmente originale.


Conclude la gara per i giovani Marco Menichini. Canzone in pieno stile melodico italiano. Fa quasi strano sentire una canzone così, cantata da un ragazzo. Comunque niente di memorabile.


Un po' deluso. Nessuno di questi giovani mi ha particolarmente colpito. Nessuno di loro è riuscito a trasmettermi qualche forma di emozione. E' sicuramente questa la delusione più grande di un Festival che comunque non passerà sicuramente alla storia.


Mentre si stanno facendo i ballottaggi tra Patty Bravo, Anna Tatangelo, Al Bano e Anna Oxa, mi preparo per andare a letto. Il mio esperimento di ascolto di Sanremo è terminato. Il prossimo anno, a meno di non ricevere un invito ufficiale a commentare direttamente dall'Ariston, credo che difficilmente lo ripeterò.


Un ultimo interrogativo prima di lasciarvi. Ma quando Morandi dice "stiamo uniti"... secondo me si rivolgeva a tutti coloro, che come me volevano scappare a dormire, ma per onore della causa hanno resistito.


Buon week end.

mercoledì 13 maggio 2009

Non ho l'età

Questo è il vero grande dilemma della vita.

Non avere l'età giusta al momento giusto. Essere troppo giovani, quando si vorrebbe avere qualche anno in più e, il sistematico contrario, essere avanti con gli anni quando ci servirebbero fresche energie.

E' questa la teoria che mi hanno sempre propinato, ma sarà vera?
Lo è. Parzialmente.
A tutti sarà capitato qualche circostanza dove gli sembrerà di essere stato in ritardo o in anticipo con il proprio destino anagrafico, però c'è un fattore fondamentale che cambia le carte in tavola: l'entusiasmo!

L'entusiasmo è quel elemento magico che ti fa affrontare di petto la tua esistenza. E' quel concentrato adrenalinico che ti rende felice di vivere la fase della tua vita.
All'entusiasmo non interessa sapere quando sei nato. Gli basta sapere che sei nato. Che esisti. Che puoi fare, creare, pensare e imparare.

Ecco svelato il trucco del perché alcune volte incontro delle persone che hanno diverse primavere sulle spalle, ma che tanti dei miei giovani coetanei non riuscirebbero a stargli dietro.

P.S. Credo che la cosa valga anche per quel signore che sistematicamente mi supera in scioltezza quando vado a correre :)