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giovedì 12 aprile 2012

Carezze d'aria

Certo che quel vento aveva qualcosa di particolare. Si gettava sui corpi delle persone come una magica energia. Ne rendeva i movimenti morbidi. Faceva apparire sinuosi, semplici goffi gesti. 


Accarezzando il terreno depositava germogli di vitalità. Riprendendo il suo volo verso il cielo spazzava via pensieri di intensa complicanza. In questo suo continuo alzarsi e scendere innescava ritmi sonori piacevoli. Come una fisarmonica ad ogni passaggio faceva scaturire una nota. 


Gli sguardi sorpresi dei passanti assumevano pian piano un tono di compiacimento. Non riuscivano ancora a definire cosa stesse succedendo, ma in loro non c'era paura. Solo un sentimento di profonda serenità.


Anche l'aquilone di un innocente bambino, dopo un inizio di mancanza di controllo, disegnava nell'aria forme mai viste. Il suo danzare da un punto all'altro regalava una nuova forma d'arte.


Era un risveglio. Totale. Globale. In grado di rendere reale tutto ciò che sembrava impossibile. Era uno slancio verso il futuro. O forse solamente un ritorno alle proprie origini.


Intanto continuava a soffiare.

giovedì 26 gennaio 2012

Apro gli occhi e ti penso

"Apro gli occhi e ti penso...". Non può essere stata scritta appena svegli. O comunque non può fare riferimento al momento del risveglio. Perché anche nell'accezione più romantica, non può esistere che il primo pensiero sia così ben definito e così tenero.


A prescindere che voi abbiate un risveglio veloce o meno, c'è proprio quell'arco di tempo necessario a capire cosa sta succedendo, chi siete, dove volete andare e perché dovete andare. Non sono domande esistenziali, ma incertezze del primo mattino. 


Sono gli istanti nei quali si fa fatica lasciare il proprio caldo letto. Dove le coperte sembrano l'unico riparo possibile e il cuscino l'invenzione più meravigliosa. Frazioni di secondo dove le palpebre trovano qualche difficoltà nell'aprirsi e le gambe a stento vogliono toccare terra. Spesso ad infierire in tutto ciò c'è pure una sveglia. Il primo contatto sonoro con un mondo fino a quel momento fatto esclusivamente dal suono dei propri sogni.


Se poi capita di essere particolarmente stanchi, di essere andati a letto tardi o di aver dormito male, con quel senso di apparente cognizione, ci si chiede se effettivamente sia giunta l'ora della levata. C'è sempre la speranza di un errore. E quando di errore non c'è traccia, una manciata di minuti però vengono rubati. Il bottino più grande. 


E' una questione infinitesimale. Superato questo scoglio poi la giornata è in discesa. Citando uno storico settimanale, poi sono sorrisi e canzoni. Questo almeno per me. In alcune persone vedo che il tempo di ripresa è leggermente più lungo. Di solito queste è meglio evitarle, almeno fino all'ora di pranzo o giù di lì.


Buongiorno!

mercoledì 19 ottobre 2011

Tempi Supplementari

Ci sono dei momenti in cui il tempo assume un valore diverso. Dove i minuti si dilatano e i secondi perdurano. Istanti che sareste disposti a pagare oro perché non finissero. Niente di drammatico o di particolarmente emozionante, anche se magari qualche lacrima la possono strappare. Soprattutto se non siete riusciti tempestivamente a spegnere quel suono al primo colpo. Il suono della sveglia. Che magari attivando la modalità snooze, comunque è pronta a squillare ancora dopo una breve pausa.


Altro che tempi supplementari di un match sportivo. E' qui che si vedono i veri uomini. Coloro che mettono anima e cuore per affondare la testa nel cuscino. Riavvolgersi precipitosamente tra le coperte ed assaporare profondamente il calore di un letto dal quale a breve ci si dovrà distaccare. Fuori può succedere di tutto. Nulla può scalfire quel rapporto indissolubile, tra loro e il sonno.


Quei pochi minuti strappati al suono della sveglia sono come il regalo tanto desiderato di Natale. La più bella festa di compleanno. Il primo bacio della propria amata. 


Poi come tutte le cose belle ha una fine. Ma fortunatamente il mattino seguente si potrà ripetere. Così questo atto di amore/odio si perpetua. E come tutti gli innamoramenti c'è un cicalio a scandire il tempo. E che cicalio.

martedì 22 marzo 2011

All'alba di un nuovo giorno

Sembra che esca dall'acqua. Come se avesse terminato il suo bagno. Dal mare emerge con tutto il suo calore e la sua bellezza. Minuto dopo minuto la sua forma circolare diventa sempre più completa. Manca solo che si adagi sulla sabbia, ma invece di avvicinarsi verso la spiaggia, s'innalza sempre più verso il cielo. E' lui che fa da cerimoniere a questa nuova giornata. Il sole.


Nel frattempo dei gabbiani volano, mentre altri beccheggiano sulla battigia. Alcune persone metodicamente corrono sul lungomare. Altre assonnate percorrono in bicicletta il tragitto per andare a lavoro.


C'è chi pulisce le strade. C'è anche chi per quelle strade accompagna un cane. 


Tutto lentamente prende vita. Si sente il rumore di alcune saracinesche. Si vedono le luci dei lampioni spegnersi. Il furgone delle consegne del fornaio che passa. L'autobus dei pendolari che arriva.


E' il risveglio di un'isola. L'inizio di un nuovo giorno. Forse uguale a tanti altri. Forse no. La differenza la faranno le azioni. Le azioni di tutti coloro che lentamente si sveglieranno e decideranno se questo sarà veramente un nuovo giorno. Un giorno diverso. Un giorno speciale. Magari chissà, da ricordare prima di ritornare a dormire nel buio della notte che arriverà.


Buongiorno!

lunedì 19 aprile 2010

Sunday Morning

Non piove più. Basta ascoltare la mancanza di quel ticchettio, che per tutta la notte si è ripetuto dalla grondaia malfunzionante.
Un nuovo dolce suono ha preso il sopravvento. Il canto della primavera. Passeri felici su alberi fioriti.

Una luce rigata entra dalle persiane socchiuse. Si adagia sul cuscino illuminando a festa il viso di lei, mentre il suo sospiro sognante trova nel cuscino un custode di fiducia. I suoi capelli assumono delle forme circolari come delle onde colorate disegnate su un foglio da un bambino meravigliato.

Tutta la stanza prende vita. Passo passo. Sembra un ballo di ombre cinesi. Gli oggetti sembrano aver assunto una forma diversa. Una funzione diversa. Anche la sveglia priva del suo suono, assume una nobile identità.

Aprendo leggermente la finestra, la stanza viene inebriata da un vitale aroma. La freschezza dell'aria si combina con il tepore del sole. Ogni elemento sembra perfettamente in armonia con se stesso e con gli altri.

I suoi occhi lentamente si aprono. Con il suo sguardo mi cerca. Con il suo silenzio mi parla. Un abbraccio. Un bacio che non era stato dato e una carezza dimenticata.

Tutto merito di una splendida mattina. Una domenica mattina.


lunedì 15 dicembre 2008

Il Risveglio

06.01 - la sveglia non riesce ad emettere un secondo bip che l’ho già prontamente spenta. Conto fino a 10 e poi calo lentamente le gambe giù dal letto. I piedi automaticamente s’infilano nelle ciabatte.

Mi alzo in piedi e nel buio più totale come il miglior Diabolik mi porto verso il bagno. I miei non sono passi, ma uno scivolamento silenzioso. Qualunque rumore inopportuno farebbe scattare l’allarme: pianto della bimba, risveglio del bimbo e un non troppo caloroso saluto della moglie.

Dal bagno passo alla cucina. Accendo la luce dell’aspiratore sopra il fornello e prelevo yogurt, latte e marmellata dal frigo. Dall’armadietto gallette di riso e biscotti.

Sempre con discrezione assaporo i gusti di una colazione abbondante, ma che avrei preferito posticipare di un paio d’ore.
Sistemato lo stomaco torno rapidamente in bagno per doccia, denti e vestizione. Il tutto in 6 minuti, altrimenti addio battello.

Fatto questo la parte più difficile.
Dopo essermi messo giacca, sciarpa e berretto, portatile in una mano, borsa con il pranzo nell’altra e tracolla a spalle devo aprire la porta e uscire.

Solo girare la chiave è un rumore deflagrante nel silenzio più assoluto, in più c’è il cigolio della porta. Al tre vado. Un giro a sinistra e afferro la maniglia. Apro, esco e richiudo. E’ fatta.

Mi avvio all’imbarcadero e accendo il cellulare. Mi arriva una chiamata è mio figlio. Poche parole. “Ciao papi! Stiamo facendo colazione. Ti abbiamo sentito uscire e ci siamo svegliati tutti. Ciao ciao, torna presto e portami un regalino”.

Che dire. Domani provo ad uscire direttamente dalla finestra. Intanto siamo solo al primo piano. ☺